tabacchiSi cerca un coltello da cucina probabilmente dalla lama grossa. Potrebbe essere questa l’arma usata per uccidere la tabaccaia Maria Luisa Fassi, massacrata con decine di fendenti nella sua rivendita di corso Volta. I carabinieri del comando provinciale hanno ispezionato tutti i cassonetti dell’immondizia, ma anche i tomini in cerca del coltello, invano. Un elemento importante nelle indagini per omicidio volontario a carico di ignoti coordinate dal sostituto procuratore Luciano Tarditi. Il magistrato ieri mattina ha eseguito un altro sopralluogo sulla scena del crimine dando mandato al medico legale Rita Celli di eseguire l’esame autoptico. L’autopsia servirà a chiarire che tipo di coltello sia stato usato e quante ferite  siano state inferte dal killer. Inizialmente si parlava di 15 colpi sferrati nella zona del torace e del ventre, ma potrebbero essere di più. L’esame però non sarà facile. i due delicati interventi chirurgici a cui Maria Luisa è stata sottoposta hanno modificato “l’anatomia” del corpo, renendo più complesso il lavoro del medico legale. Lo scopo dell’analisi sarà capire quale sia stata la coltellata fatale, un elemento che renderà ancor più chiara la dinamica del delitto. Pare comunque che la donna abbia accennato a un tentativo di reazione,ma il killer ha avuto la meglio, sferrando coltellate in sequenza nella zona dei polmoni e del cuore. Misteriosa anche una grave ferita a un orecchio, non si sa se inflitta di proposito o se frutto dell’impeto omicida. Intanto i carabinieri e la procura continuano a lavorare a 360° “non escludendo alcuna pista”, come hanno sottolineato. Ad onore di cronaca l’ipotesi della rapina si sta sempre più allontanando. In queste ore gli investigatori stanno analizzando i tabulati telefonici della vittima, esaminando anche i filmati di alcune telecamere di sicurezza installate in zona (60 ore di riprese). Dopo l’arrivo di lunedì dei Ris di Parma che hanno eseguito ulteriori accertamenti sulla scena del crimine isolando anche alcuni elementi, come un’orma di scarpa, su cui al momento sono in corso verifiche, sono giunti ad Asti anche i Ros di Roma, incaricati di tracciare un profilo psicologico del killer basandosi sui rilievi fatti sulla scenda del crimine e dall’esame autoptico. Senza dimenticare le decine di testimonianze, alcune in contraddizione fra loro, al momento al vaglio dei militari del nucleo investigativo.