Tende da campeggio davanti al Municipio di Asti. E’ l’inusuale scenario di piazza San Secondo dove da oggi fino a giovedì i protagonisti del mondo che si ocupa di bisogno abitativo hanno organizzato un presidio. Giovani, adulti e bambini italiani e stranieri animano i dehor “deputati” a case fino al momento della convocazione del tavolo delle emergenze previsto appunto per giovedì 29 maggio. Il picchetto permantente è l’occasione sia per le associazioni che ruotano intorno al diritto all’abitare fra cui il Coordinamento Asti Est, sia le famiglie occupanti (quelle di via Allende, via Orfanotrofio, strada Al Fortino e corso Volta) sia quelle sotto sfratto potranno farsi conoscere dal resto della popolazione. Sono infatti in programma azioni di volantinaggio, ma anche assemblee pubbliche, la prima delle quali è prevista per oggi, martedì 27 maggio, alle 19 in piazza. L’avvocato Maurizio La Matina affronterà il discusso tema del Piano Casa, soffermandosi sull’articolo 5. Tra le misure previste dal provvedimento del governo che dopo l’ok di Camera e Senato si appresta a diventare legge, c’è la riduzione dal 15% al 10% dell’aliquota della “cedolare secca” sui contratti a canone concordato nei Comuni ad alta intensità abitativa. Misura introdotta per il periodo 2014-2017. E’ previsto inoltre l’aumento dei fondi per il sostegno agli affitti e per il fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli. Inoltre, viene introdotto un programma di recupero e di razionalizzazione degli immobili e degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Ma il dl proposto dal Ministro Lupi prevede anche il pugno di ferro contro le occupazioni. Chi occupa non potrà chiedere a residenza e l’allacciamento ai pubblici servizi, come gas, luce, acqua, inoltre non potrà chiedere l’assegnazione di alloggi popolari per i successivi cinque anni. Non solo Piano Casa però. I manifestanti chiedono anche all’amministrazione comunale di Asti di “uscire dall’ordinario” affrontando la necessità all’abitare di molte famiglie con redditi discontinui o assenti non più come emergenza ma come una (triste) realtà consolidata. Il presidente del Coordinamento Asti Est Carlo Sottile spiega come le quattro occupazioni abbiano un duplice valore sia sotto l’aspetto dell’assunzione di responsaibilità da parte degli stessi cittadini occupanti, persone che diventano collettività per rispondere ai diritti negati, sia sotto l’aspetto di riqualificazione degli stessi edifici. “Le famiglie fanno buon uso degli edifici occupati, considerati bene comune. Questo modello andrebbe preso in seria considerazione dell’Amministrazione comunale”, spiega.