Ci sarà anche una nutrita rappresentanza della Coldiretti Asti, domani a Bruxelles, in occasione della mobilitazione degli agricoltori provenienti da tutta Europa, per dire “no” all’obbligo di lasciare i terreni incolti, così come previsto dalla Politica Agricola Comune (Pac).

A guidare la rappresentanza astigiana, ci saranno il Presidente Coldiretti Asti Monica Monticone e il Direttore Diego Furia. Complessivamente, saranno un migliaio le maglie gialle Coldiretti provenienti da tutt’Italia.

La notizia, ancor prima della mobilitazione di domani, ha già riscosso meritata attenzione, tant’è vero che la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha appena annunciato le deroghe alle norme Ue sull’obbligo di mantenere i terreni incolti, per accedere agli aiuti comunitari.

E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che si tratta di un primo risultato sul pressing degli agricoltori provenienti dal sud e dal nord dell’Unione Europea i quali, per prima volta insieme, manifesteranno in Place du Luxembourg, di fronte al Parlamento europeo

Un obiettivo che risponde alla lunga battaglia della Coldiretti condotta insieme alle altre grandi organizzazioni agricole europee, a partire dalla francese Fnsea, con la quale è stato costruito un fronte comune. 

“Dopo una prima sospensione, ottenuta su istanza di Coldiretti, durante l’inizio dello scontro bellico in Ucraina, l’obbligo era stato successivamente reintrodotto, malgrado la ferma contrarietà di Coldiretti e non solo” ricorda il Presidente Monticone. “Domani, sempre su impulso della Coldiretti, è nuovamente prevista la discussione al tavolo di Bruxelles con tutti i presidenti del consiglio europeo. La nostra presenza, quindi, sarà fondamentale, per fare rete insieme alle altre organizzazioni agricole europee e per spingere affinché l’obbligo di mantenere terreni incolti venga definitivamente cancellato”.

“A livello nazionale, Coldiretti ha già fatto tutto quanto era da farsi, ottenendo, durante l’ultima Finanziaria, molto più di quanto contemplato nella precedente” precisa il Direttore Furia. “Ora, la discussione deve necessariamente passare ai tavoli preposti, ovvero, a quelli europei. Per questa ragione, una massiccia rappresentanza di Coldiretti Asti e Italia domani sarà a Bruxelles dove, in agenda, vi sono anche i temi del Mercosur e della Politica Comune che, pensata più di 7 anni fa, va rivista alla luce degli eventi (pandemia, guerre e cambiamenti climatici) intercorsi che ne hanno fatto conseguire fragilità di mercato. L’obbligo di lasciare incolto il 4% dei terreni destinati a seminativi è una scelta sbagliata: non ha senso impedire agli agricoltori di coltivare quote dei loro terreni, per poi essere costretti ad importare. La politica Coldiretti va nella direzione opposta: produrre di più per rafforzare la filiera agroalimentare italiana”.

A Bruxelles, tra gli altri, accanto a Coldiretti ci saranno anche gli spagnoli di Asaja, i portoghesi di Cap, i belgi dell’Fwa e i giovani dell’FJA, tutti intenzionati a trasformare le proteste in risultati concreti. Coldiretti tornerà a chiedere di investire nella sovranità e nella sicurezza alimentare europea assicurando più fondi alla Politica Agricola Comune, dopo che la pandemia e le guerre hanno dimostrato tutta la fragilità dell’Unione europea davanti al blocco del commercio mondiale.

“Occorre una decisa svolta nelle politiche Europee, per valorizzare le terre fertili e fermare le importazioni sleali, facendo in modo che tutti i prodotti in ingresso nell’Unione rispettino gli stessi standard dal punto di vista ambientale, sanitario e normativo del lavoro, così come previsti nel mercato interno” chiosano Monticone e Furia.