scuolaE’ una singolare iniziativa quella dell’istituto comprensivo di Montegrosso d’Asti di cui fanno parte le scuole medie, primarie e dell’infanzia di Agliano, Castelnuovo Calcea, Mombercelli, Mongardino, Vigliano, Montegrosso. Il dirigente scolastico Vincenzo Fagnola ha, infatti, inviato una lettera aperta ai genitori annunciando una serie di iniziative di mobilitazione in risposta agli interventi legislativi di questo governo che intende erodere il bene comune della scuola colpendo lavoratori e famiglie. “Siamo consapevoli di quanto la scuola sia importante per i nostri studenti, le loro famiglie e per i territori in cui le nostre scuole operano pertanto abbiamo deciso di non attuare forme di lotta che possano ledere il diritto allo studio dei nostri ragazzi producendo incomprensioni fra i lavoratori della scuola e mondo esterno – hanno scritto nella lettera preside e insegnanti -. I motivi per cui abbiamo deciso di fare sentire la nostra voce sono: la Legge di Stabilità al vaglio delle Camere che contiene alcuni articoli che preoccupano tutto l’universo scolastico.Da dieci anni, inoltre, il mondo della scuola pubblica è colpito da provvedimenti legislativi finalizzati esclusivamente a fare ”cassa”. La volontà del governo di aumentare l’orario di insegnamento dei docenti non tiene poi in debito conto del tempo che noi dedichiamo alla preparazione delle lezioni, alla redazione delle verifiche, alla correzione delle stesse, alla compilazione di registri e documenti, agli incontri con voi, alla progettazione di percorsi individualizzati, alla partecipazione a consigli di classe, collegi docenti, scrutini e tanto altro”. Il corpo insegnante inoltre ritiene che “l’aumento dell’orario taglia oltre 100.000 posti di lavoro attualmente occupati dai precari, cioè i supplenti, senza contare che il taglio alla scuola pubblica di 723 milioni di euro, produrrà una riduzione delle ore di recupero, assistenza di pre-scuola e interscuola, iniziative in collaborazione con enti del territorio, laboratori”. “L’intenzione del governo di immettere negli organi decisionali della scuola soggetti privati provenienti dal mondo dell’ imprenditoria che trasformeranno la scuola in senso privatistico e che saranno lieti di finanziarla ma chiederanno in cambio la sua subordinazione alle logiche del consumo e del profitto – scrivono ancora -. Nonostante tutte le difficoltà la scuola italiana ha finora retto riuscendo a formare giovani che spesso ben figurano per la loro preparazione in ogni parte del mondo. Questo si deve sicuramente anche al personale della scuola, ai tanti docenti (che i luoghi comuni dipingono come fannulloni e privilegiati), al personale amministrativo e tecnico, ai collaboratori scolastici che hanno lavorato con preparazione, con passione e spesso profondo attaccamento al proprio mestiere. Passione che deriva dalla consapevolezza, diffusa nel mondo della scuola, che ogni nostra azione serve alla formazione e all’educazione dei ragazzi. Se la scuola pubblica continuerà ad essere impoverita delle sue risorse umane ed economiche, i nostri sforzi saranno destinati al fallimento. Le nostre rivendicazioni sono sì dirette ad avere un maggiore riconoscimento, ma mirano soprattutto a salvaguardare un bene prezioso per l’intera società italiana”. Per tutte queste ragioni il Collegio dei Docenti ha indetto una settimana di mobilitazione, dal 10 al 22 dicembre, che prevede una giornata a turno, per ogni paese in cui opera l’Istituto Comprensivo, di occupazione della scuola con iniziative pubbliche di incontro e informazione a cui la cittadinanza sarà invitata. “Vorremmo incontrare la cittadinanza per poter condividere e difendere il valore della scuola pubblica ed il futuro dei nostri ragazzi” concludono.