OSPEDALE CARDINAL MASSAIA - GAZZETTA D'ASTI“L’apertura del Centro di Assistenza primaria di San Damiano d’Asti costituisce sicuramente una buona notizia per i cittadini, in particolare per i più anziani e per tutti coloro che hanno difficoltà a spostarsi su Asti. Anche se il Centro di assistenza primaria non è paragonabile al progetto della Case della salute affossato dalla Regione, tuttavia garantirà una serie di importanti servizi sul territorio. Restano, però, grandi preoccupazioni sulla situazione in cui versa la sanità astigiana. A cominciare dal personale del Cardinal Massaia, dove auspichiamo che l’Assessore regionale Cavallera accolga la deroga richiesta dal direttore generale. Ma, soprattutto, occorre senza indugi superare l’esperienza delle Federazioni sanitarie riportando le competenze di acquisto in capo alle aziende sanitarie: richiesta che ho avanzato con un’Interrogazione a risposta immediata (question time) depositata in questi giorni.         La nostra Regione è l’unica di tutto il Nord Italia a dover applicare un piano di rientro della spesa sanitaria. Gli sforzi di razionalizzazione finora prodotti sono stati giudicati insufficienti dal Governo. I lavoratori della sanità regionale, di ogni ruolo e livello, si attendono che a fronte delle difficoltà organizzative (blocco delle assunzioni) ed economiche (blocco degli aumenti salariali) a cui sono chiamati da qualche anno, sia parallelamente dimostrata dal governo regionale una reale volontà e capacità di ridurre le spese superflue. Tra le centrali di costo che hanno generato spese ulteriori e potenziali sprechi vi sono le Federazioni sanitarie.         Bisogna porre fine alla situazione paradossale per cui le Federazioni sono competenti per gli acquisti, però, non essendo in grado di fronteggiare l’enorme lavoro delle procedure di gara necessarie per soddisfare le esigenze delle aziende, queste ultime sono costrette a effettuare proroghe dei propri contratti (vietate dalla legge). Le Asl hanno continuato a lavorare in questo anno come se le Federazioni non esistessero, prorogando in molti casi al rialzo i contratti in essere, facendo così lievitare la spesa per beni e servizi. La situazione è talmente allarmante che il Collegio dei revisori della Città della salute  ha inviato un dossier alla Corte dei Conti evidenziando come l’azienda da loro controllata abbia effettuato numerose proroghe dei propri contratti eludendo la normativa sugli appalti pubblici. Un tale pasticcio non può essere più sopportato. Si chiudano le Federazioni il più in fretta possibile e si ritorni a parlare seriamente di come affrontare la questione dei costi del sistema sanitario”. Angela Motta