Tre domande a... Aldo GiordaninoSarà presentato oggi, venerdì 6 dicembre nella ex sala consiliare del Comune di Asti alle 18,30 il libro “Angeli delle colline – Asti tra storia e memoria” di Aldo Giordanino. Con l’autore interverrà il giornalista Carlo Cerrato che ha curato la prefazione del volume edito dalla casa editrice Biblioteca degli Scrittori Piemontesi. “Ciò che rende speciale Aldo Giordanino – ha scritto Cerrato – con la sua capacità di avvolgere nel raccontare, è quella sua nobile mancanza di pudore a mostrarsi dentro, fino all’anima con i suoi sentimenti, le sue contraddizioni, una certa propensione al romanticismo, una voglia di fede che affiora, ricorrente. In un mondo in cui più o meno tutti cercano di mettersi una  maschera, un caso raro”. Nei sette racconti di “Angeli delle colline” il tema dominante è l’amore e lo sfondo le sue terre: Asti, l’Astigiano, il Piemonte: a cosa è dovuta questa scelta? “Si tratta della linea narrativa della Casa Editrice “Biblioteca degli Scrittori Piemontesi”, che predilige scritti riguardanti la nostra regione. L’editore ha selezionato i racconti di matrice storica incentrati su queste terre. Indubbiamente amo molto l’Astigiano e il Piemonte, soprattutto la loro storia lunghissima e incredibile, in parte ancora poco conosciuta. Sono però autore di numerosi altri scritti aventi altre ambientazioni”. Si spazia fra molte suggestioni “locali”, il Diavolo Rosso e i catari di Monforte, il mercante boccaccesco  e i martiri della repubblica del 1797: che tipo di ricerche ha fatto? “In un certo senso sono le vicende che ho narrato che hanno “incontrato” me. Ad esempio il racconto “Angeli dalle colline”, che fornisce il titolo alla raccolta, è stato il frutto di un regalo di una silloge di poesie di Giuseppe Lazzarone, che davvero mi affascinò. Dopo la prima stesura dei racconti mi sono documentato, per evitare di commettere degli astoricismi, consultando dei saggi piuttosto “mirati” e monografici”. E’ attivo nel panorama letterario da ormai 25 anni (faccio riferimento a l’Ultimo esodo, ma se ci sono libri precedenti mi corregga pure): cosa prova adesso per quei primi esperimenti narrativi? E il prossimo libro è già allo studio? “A volte non mi sembra di essere stato io a scrivere certe pagine del passato. Mi viene da pensare che l’autore non è che un tramite, un mezzo per una vicenda. Provo anche un misto di tenerezza e di fierezza per i miei scritti più vecchi. Sto vivendo un momento narrativo molto intenso. Continuo a scrivere dei racconti e nello stesso tempo mi trovo impegnato con la stesura di ben tre romanzi. Con la “Biblioteca degli Scrittori Piemontesi” si sta parlando di un secondo volume di racconti, forse scritto “a quattro mani” con il grande Aldo “Cerot” Marello. Vedremo”. La versione integrale dell’intervista sulla Gazzetta d’Asti in edicola da oggi. Marianna Natale