Al Teatro Alfieri domani, sabato, alle 21 ci sarà uno degli spettacoli di prosa più attesi della stagione: “Così è (se vi pare)…”, uno dei capolavori di Pirandello, con la regia di Geppy Gleijses e con un cast d’eccezione: Milena Vukotic, Pino Micol e Gianluca Ferrato.

Non potevamo perdere l’occasione di intervistare una delle icone del mondo artistico teatrale e cinematografico italiano, Milena Vukotic, grande interprete, professionista esemplare, che, nonostante gli impegni, ci ha concesso, con la sua consueta umiltà e signorilità, alcuni minuti del suo tempo.

Lei è nata in una famiglia di artisti: da lì parte la sua grande carriera, prima la danza, poi il teatro.

“In effetti è stato facile avvicinarmi al mondo dello spettacolo, i miei genitori erano artisti: questo è stato l’input per fare ciò che desideravo. Non tutti però avevano la possibilità di studiare: io ho frequentato cinque anni il Conservatorio, ottenendo un primo premio che mi ha permesso di entrare direttamente all’Opera, tre anni e mezzo di compagnia, con la danza, in giro per grandi teatri. Poi è venuta la recitazione e il cinema in Italia. Avevo visto il film di Federico Fellini “La strada”, ho deciso di venire a Roma, dove peraltro ero nata e dove c’era la mia mamma, e così è cominciata la mia vita artistica in Italia. Qualcuno, non ricordo chi, mi fece avere una lettera di presentazione per Fellini, che però non ebbi il motivo di consegnargliela. Ero nel suo studio e Federico mi accolse con cordialità, poi mi fece fare subito molte foto e mi dette un piccolo ruolo nel film a episodi Boccaccio ‘70. Poi ero in “Giulietta degli spiriti”, dove strinsi amicizia con la tenera Masina, che mi prese sotto la sua ala protettiva”.

Lei ha avuto modo di lavorare con tanti grandi artisti: si è ispirata a qualcuno?

“Ho avuto la fortuna di lavorare con tanti grandi personaggi dello spettacolo, tra cui ricordo volentieri appunto Fellini, Damiani, Risi, Monicelli, Lina Wertmuller, Scola, Zeffirelli, Verdone, ma anche Bertolucci, Bunuel, Avati, Carlo Mazzacurati. E, in tv e in teatro, con Lattuada, Strehler, Franco Enriquez, Franco Branciaroli, Maurizio Scaparro. 

Ho avuto come maestri la compagnia dei grandi Paolo Stoppa e Rita Morelli con cui ebbi la fortuna di recitare, per la prima volta, in “Cosi è (se vi pare)”, interpretando Dina la ragazza giovane. Loro per me sono stati fonti di grande ispirazione ed insegnamento. Fellini è stato un maestro di poesia come Strehler, un genio assoluto”.

Ci parli di questa edizione di “Cosi è (se vi pare)”.

“E’ uno dei testi più importanti della storia del teatro e della letteratura, incentrato prettamente sul tema dell’inconoscibilità del reale dove ognuno di noi può esprimere una propria interpretazione. Questa volta reciterò nella parte della Signora Frola, con la regia di Geppy Gleijeses, lo spettacolo offrirà al pubblico un magico contenitore vuoto con degli ologrammi assolutamente tridimensionali, donnine e piccoli uomini alti 50 centimetri, che riprendono i personaggi dello spettacolo intenti e affannati a scoprire una verità che non esiste. Ritengo sia come un piccolo compendio di psicanalisi riuscendo a scavare nell’animo umano i personaggi possono essere diversi ogni sera e devono essere studiati continuamente. La nostra compagnia è straordinaria, molto solidale e complice, apprezzata in tutti i teatri che abbiamo frequentato”.

L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 19 gennaio 2024

Massimo Allario