comune (07)Visita al carcere di Asti lunedì mattina da parte del Consigliere Angela Motta e del Garante regionale dei detenuti Bruno Mellano. Si trattava di verificare la situazione  organizzativa, resa più difficile da pensionamenti, carenza di personale educativo e di sottoufficiali, e assicurarsi al contempo delle garanzie di alta sicurezza richieste e il rispetto delle prerogative delle persone detenute. Poi in Municipio la presentazione del nuovo “Garante comunale delle persone private della libertà personale”, nella persona di Anna Cellamaro. Con lei il Direttore del carcere Elena Lombardi Vallauri, il Comandante della Polizia penitenziaria Ramona Orlando e l’Assessore alle Politiche Sociali Piero Vercelli. La figura del Garante locale, già prevista e operante a livello nazionale e regionale è stata ratificata dal Consiglio comunale e ha tra i suoi compiti quello di promuovere l’esercizio dei diritti e delle opportunità di partecipazione alla vita civile, e di fruizione di servizi da parte delle persone private o limitate della libertà personale, per quanto nelle attribuzioni e nelle competenze del Comune medesimo. “Il fatto che sia stato nominato in questo momento di trasformazione – ha ricordato il Direttore   Elena Vallauri – costituisce un ulteriore elemento di stimolo che aiuta a dare trasparenza all’Istituto”. Il carcere di Asti sta infatti cambiando pelle e da Casa Circondariale sarà Casa di Reclusione L’ovattato linguaggio per esprimere che d’ora in poi i detenuti ospiti vi trascorreranno un lungo periodo di pena che comporta necessariamente una trasformazione di modi e di compiti. “Prima – ha motivato il Direttore – si lavorava per rafforzare percorsi di accompagnamento all’uscita ora dovremo dedicarci a percorsi “interni”. Per questo abbiamo bisogno che dall’”esterno” si abbia fiducia in noi e vengano offerte opportunità per rendere questo tempo detentivo utile e conforme al mandato istituzionale”. Il Garante diventa quindi una buona opportunità per la comunità carceraria perché “come la ragnatela diventa “invisibile” agli occhi di casa così un occhio esterno può sempre aiutare a migliorare” e sottolinea il Direttore “la qualità della vita delle persone detenute dipende molto dalla qualità degli operatori e ogni aiuto, ogni supporto culturale, di formazione ha quindi un riflesso positivo sugli interventi che riusciamo a realizzare”. L’istituzione di un Garante è quindi un tassello importante dell’attuale, importante riorganizzazione dell’Amministrazione penitenziaria, chiamata ad affrontare problemi urgenti quali il sovraffollamento, l’edilizia carceraria, la dotazione di personale e l’adeguata formazione. La legge regionale istitutiva del Garante è del dicembre 2009, prima firmataria Mariangela Cotto insieme a Gioacchino Muliere, frutto di un percorso iniziato nel 2004. Il Garante Bruno Mellano ha fatto il punto della situazione piemontese, con tredici carceri, che vede Torino, Ivrea, Vercelli, Verbania, Fossano, Alessandria con Uffici del Garante locale già attivi e di recente nominato ad Alba. Cuneo e Saluzzo hanno pubblicato il bando di ricerca delle candidature, Biella e Novara a breve appronteranno le delibere istitutive e la conseguente emanazione dei rispettivi bandi di ricerca. Entro la fine dell’anno si completerà l’istituzione di quella rete “terza” di garanzia e di controllo, sollecitata all’Italia dalla Corte europea dei Diritti dell’uomo per ovviare alle condanne ricevute per condizioni detentive giudicate “inumane e degradanti”. “Si è visto che Investire in ritenzione e contenimento – ha precisato Bruno Mellano –  è stato fallimentare,.le carceri secondo l’obiettivo costituzionale devono essere luoghi di recupero  e di rieducazione  Occorre riempire questi verbi di contenuti e quindi di lavoro, di formazione e attività”. La Garante comunale Anna Cellamaro è un’educatrice con una lunga esperienza prima ai Servizi penitenziari di Regione Piemonte e quindi negli Istituti di Torino e Asti. Conosce le dinamiche del carcere e le aspettative connesse al suo operato. “Credo si debba solo iniziare a lavorare visti i tanti bisogni che ci sono, con due attenzioni prioritarie, al personale e alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica. La delibera comunale precisa quali sono le competenze del Garante e che cosa ci si aspetta, sottoporrò un programma da realizzare per  portarne le risultanze al Consiglio comunale”. “L’ufficio del Garante,  spiega l’Assessore Piero Vercelli,  avrà prossimamente sede a palazzo Mandela. Daremo tutto il supporto possibile per far incontrare questo “mondo a parte” che è il carcere e rendere più umana la pena che altrimenti è solo condanna”.