Simulazione di reato e procurato allarme. Sono le accuse rivolte a una commerciante di telefonia astigiana che qualche giorno fa aveva denunciato all apolizia di essere rimasta vittima di una razzia. I poliziotti della squadra mobile, dopo la segnalazione hanno dato vita a un’accurata indagine, accertando alcune contraddizioni nella ricostruzione die fatti. “Già nell’immediatezza, erano emerse incongruenze evidenti circa la dinamica dell’evento, mai ben descritto dalla denunciante, sia con riferimento ai soggetti che avrebbero effettuato la rapina, sia per la mancanza di persone che potevano aver assistito ai fatti, nonostante l’evento denunciato si fosse verificato in centro ad asti, ed in orario compatibile con la presenza di persone nei luoghi adiacenti la rapina”, hanno spiegato gli inquirenti. In particolare, l’analisi delle registrazioni di sistemi di videosorveglianza nella zona interessata dalla rapina ha  consentito formulare le prime ipotesi investigative. La presunta vittima è stata convocata in questura e di fronte ai “non-fatti” e alle incongruenze è crollata raccontando di aver mentito perché in procinto di fallire con la sua attività. La merce rubata è stata così recuperata nascosta in una cantina nella disponibilità della donna e riconsegnata all’avente diritto.