Giovedì 22 settembre a Palazzo Mazzetti si presenterà il volume “Luigi Sturzo” di Mario Ferrara. La’ppuntamento è alle 17.30. Il curatore del volume è il sociologo Emanuele Bruzzone che sarà presente insieme all’autore della nota biografica e politica contenuta nel libro, Walter Crivellin, storico del pensiero politico. Entrambi lavorano presso il Dipartimento di Culture Politiche e Società dell’Università di Torino. A coordinare gli interventi sarà Carlo Cerrato, Segretario Generale Fondazione Giovanni Goria Interverranno: Luca Rolandi, giornalista, Presidente Fondazione FUCI;  Giovanni Carpinelli: Storico, Fondazione Istituto Gramsci Torino; Mauro Forno: Presidente ISRAT L’iniziativa è promossa dalla Fondazione Giovanni Goria con Israt, con la collaborazione di Ethica, Uniastiss, Associazione Davide Lajolo Onlus e Tempi di Fraternità. L’idea di rieditare il volumetto di Mario Ferrara ( del noto Giuliano) dedicato a Don Sturzo, prende le mosse dal rammarico del sociologo Filippo Barbano per l’oblio nel quale è caduta l’opera sociologica del poliedrico prete siciliano. Così il suo allievo, Emanuele Bruzzone, ha voluto curare la riproduzione anastatica di questo testo intitolato “Luigi Sturzo”, a novant’anni di distanza. (L’edizione originale è del 1925, stampato dall’editore modenese Angelo Fortunato Formiggini per la collana “Medaglie”). Si tratta di un primo tentativo biografico “in tempo reale” del prete che nel 1919 fondò il Partito Popolare e fu esponente di spicco dell’antifascismo, scelta che gli costò l’esilio.  Una figura tratteggiata da un attento scrittore politico, abituato a decifrare le linee di tendenza che soggiacciono alla cronaca quotidiana del dibattito. L’autore, Mario Ferrara, fu infatti giornalista e scrittore politico liberal-democratico, convintamente laico. Proprio per questo la sua monografia del prete di Caltagirone incuriosisce e si fa interessante. In questo libro si sofferma sui punti fermi che Don Sturzo ha via via indicato per porre le basi di quella inedita e moderna forma di presenza politica dei cattolici. Vengono messe in luce le analisi teoriche e le scelte concrete affrontate dal primo Sturzo. Ferrara sottolinea come il prete siciliano sia promotore di una fede moderna che, pur muovendo da premesse saldamente cattoliche, pone il problema politico come questione di libera volontà, correndo tutti i rischi delle scelte morali dettate dalla coscienza. Chicca interessante è poi sapere che Don Sturzo commentò così questo scritto su di lui: “Avrei qualcosa da dire sull’opuscolo del Ferrara, ma per mille ragioni mi sto zitto, grato a lui di avere cercato di indagare qualche linea del mio pensiero e del mio lavoro.” Mario Ferrara: L’autore di “Luigi Sturzo”, nasce a Roma nel 1892, giornalista laureato in Giurisprudenza. Svolge il suo apprendistato presso “L’Azione” e il “Secolo XIX” come corrispondente dalla Conferenza di Pace dei Versailles. Diventa poi analista politico  su “L’Unità” di Gaetano Salvemini e sulle pagine de “La Rivoluzione liberale” di Piero Gobetti. Diventa poi redattore de “Il Mondo” di Giovanni Amendola.  A servizio della causa antifascista, come avvocato difese, dinanzi ai tribunali ordinari e speciali, Umberto Terracini, Tito Zaniboni – che progettò l’attentato al Duce- e Pietro Amendola. Dal 1945, diresse la “Nuova Antologia”. Approdò più tardi al gruppo di fondatori del Partito Radicale  dove proseguì la sua lotta per ubn liberalismo rinnovato. I suoi ultimi articoli per “La Stampa” e per “Il Corriere della Sera”.