Il Centro studi sui Lombardi, sul credito e sulla banca, in apertura del nuovo ciclo di incontri di studio previsti per l’anno 2010/2011 e a conclusione delle iniziative programmate per il Palio 2010,  mercoledì 22 settembre alle 17,30 nella Sala Pastrone del Teatro Alfieri, proporrà una conferenza che ci porterà indietro nel tempo fino al Palio del 1275,  quando la corsa, raccontata dal cronista Guglielmo Ventura, fu espressione e simbolo della potenza municipale.
Relatore sarà il prof. Renato Bordone, storico dell’Università di Torino, Coordinatore Scientifico del Centro.
Nella sua relazione il prof. Bordone ci parlerà dell’origine del Palio e della sua valenza storica.
E’ noto, infatti, che la più antica attestazione del Palio si deve al cronista Guglielmo Ventura, quando narra che nel 1275 gli astigiani corsero il Palio sotto le mura di Alba, come erano soliti fare ad Asti durante i festeggiamenti di S.Secondo, confermando così che la corsa rientrava da tempo nelle celebrazioni del santo patrono.
Ma perché  quell’anno gli astigiani lo corsero anche sotto le mura di Alba e perché  l’episodio ebbe un rilievo tale da essere tramandato dal cronista?
Per comprenderne il significato occorre inserirlo in un preciso disegno narrativo da parte dell’autore, inteso a rievocare e a celebrare il momento ritenuto di maggiore trionfo del Comune, cioè il capovolgimento di una situazione sfavorevole (la sconfitta di Cossano nel marzo 1274) che fu di stimolo alla riscossa contro l’occupazione angioina del Piemonte meridionale, risolta poi con la vittoria di Roccavione (novembre 1275).
La narrazione dei venti mesi intercorsi fra le due battaglie assume infatti i toni simbolici di una saga municipale, con particolare enfasi attribuita alla campagna militare culminata  appunto con l’irridente corsa del Palio sotto le mura della nemica Alba, responsabile della sconfitta precedente.
Quel palio del 1275 diventa così il simbolo della potenza municipale in quanto fa coincidere la corsa consueta in onore del patrono con l’identità stessa della città, perché il palio rappresenta sia la tradizione militare (è una gara equestre di milites) sia il culto municipale per il proprio “santo cavaliere”. Guglielmo Ventura rievoca il trionfo del Comune scrivendo in un momento di grave crisi (la guerra civile), come memoria e insieme monito per i suoi concittadini.
Dal racconto di questo Palio ad una tradizione plurisecolare: dal racconto di Bordone saranno evidenti molti aspetti del Palio di oggi.
La conferenza è ad ingresso libero.