arazzi scassaLa collezione composta da 42 arazzi tessuti da Ugo Scassa su cartoni dei più famosi pittori del ‘900, dalla prossima settimana diventerà definitivamente dei cittadini astigiani. Il maestro Scassa, che ha lavorato al fianco di Cagli, Max Ernst, Spazzapan, Mastroianni, Guttuso, realizzando opere che sono state acquisite dai Musei Vaticani, dal Museo d’arte moderna di Roma, dal Senato della Repubblica, ha infatti deciso di consegnare alla sua Città la sua monumentale produzione, destinata a costituire un museo unico al mondo. Diciotto opere saranno donate e quindi diventeranno a tutti gli effetti proprietà del Comune di Asti, ventiquattro saranno concesse in comodato per venticinque anni e saranno esposte insieme ai sette telai “ad alto liccio” su cui sono stati tessuti gli arazzi di Capogrossi, De Chirico, Mirò, Paolo Conte, in un unico museo, che sarà ospitato nei prestigiosi spazi che fino allo scorso anno ospitavano la Biblioteca: il salone dell’ala est al piano terra di Palazzo Alfieri e le sale della vicina palazzina che affaccia su via Goltieri. “L’inserimento nel cuore storico della Città, tra Palazzo Mazzetti, il Museo Lapidario, Palazzo Ottolenghi, la Fondazione Guglielminetti e Casa Alfieri consentirà di creare un percorso  che assumerà rilievo e richiamo internazionale” commentano il sindaco Fabrizio Brignolo e l’assessore alla cultura Massimo Cotto. La creazione del museo è un piccolo “miracolo” amministrativo in un’epoca in cui i comuni non hanno soldi. L’amministrazione ha infatti approfittato del progetto Pisu, realizzato con fondi europei che prevedeva la ristrutturazione di questi spazi, destinati genericamente a “attività culturali ed espositive” e ha recuperato per gli allestimenti tutte le strutture (pannelli, luci, telecamere di videosorveglianza) a suo tempo acquistati dalla Provincia di Asti allorché aveva allestito il museo alla Certosa. La Fondazione Cassa di Risparmio ha invece finanziato la fase di transizione. Valore aggiunto del museo sarà la presenza del maestro Scassa, che nonostante i suoi 87 anni e i problemi fisici che ne limitano la deambulazione, mantiene una grande vitalità e sarà presente per illustrare ai visitatori la storia delle opere e della straordinaria vicenda dell’Arazzeria, che ha reso per alcuni decenni la Città di Asti uno snodo della vita  artistica nazionale. Scassa e la moglie vivranno nell’alloggio di servizio del museo, sito nella palazzina di via Goltieri: il Comune ne concede loro l’uso a vita senza prevedere un canone di affitto. Simbolicamente il corrispettivo dell’uso dell’alloggio sarà costituito dal trasferimento della proprietà di un ulteriore arazzo che si aggiungerà alla collezione. Il valore del patrimonio che sarà acquisito dal Comune è rilevante non solo da punto di vista artistico, ma anche economico: le perizie allegate alla pratica stimano in circa due milioni di euro i capolavori donati e in altri due milioni quelli dati in comodato; “ma non è certo il valore economico che ci interessa, perché un comune non ha l’obiettivo di speculare ma di preservare la cultura e trasmettere la bellezza, a maggior ragione quando il padre di tale cultura e bellezza è un figlio della nostra terra”, spiegano sindaco e assessore.