salone del libroLa Provincia di Asti partecipa alla 27^ edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, che avrà luogo a Lingotto Fiere dall’8 al 12 maggio, con l’ultima novità editoriale “Un viaggiatore italiano in Borneo nel 1873. Il Giornale particolare di Giacomo Bove Parte I” a cura del professor Paolo Puddinu dell’Università di Sassari. La pubblicazione, promossa dalla Provincia e dalla Regione Piemonte in collaborazione con l’Associazione “Giacomo Bove & Maranzana”, sarà presentata sabato 10 maggio nel padiglione 2, Sala Argento, alle ore 14. Interverranno Sergio Conti, presidente dell’Associazione Geografica Italiana, Raffaella Tittone, dirigente Soprintendenza beni Librari della Regione Piemonte, Antonella Pieri, funzionario della Soprintendenza Archivistica per il Piemonte e la Valle d’Aosta, Maria Teresa Scarrone, presidente dell’Associazione “Giacomo Bove & Maranzana”, Massimo Caniggia, dirigente Servizio Promozione Culturale della Provincia di Asti. Il libro, realizzato da Astigrafica, ha l’alto patrocinio dell’Università di Sassari e il patrocinio del Polo Universitario Asti Studi Superiori nonché il contributo del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e della Fondazione Cassa di  Risparmio di Torino. “Si tratta – spiega il dirigente Massimo Caniggia – della conclusione del progetto culturale dedicato all’esploratore astigiano Giacomo Bove, iniziato nel 2012 ad Asti con la giornata di studi “Giacomo Bove, l’unità d’Italia e l’esplorazione dell’Estremo Oriente”. In quell’occasione era stato presentato da Paolo Puddinu il viaggio che Bove aveva affrontato con la pirocorvetta Governolo in Giappone nel 1872, narrando l’avvincente storia del lungo viaggio intrapreso dalla Marina Militare Italiana in Estremo Oriente. Il manoscritto acquisito dalla Regione Piemonte ha permesso allo stesso Puddinu di completare quanto già scritto sulla seconda parte dello stesso, trovata a Londra alla fine del 1998 e pubblicata con il titolo “Un viaggiatore italiano in Giappone nel 1873”. Ulteriori ricerche hanno condotto alla scoperta di altri documenti che integrano l’intero manoscritto e spiegano le ragioni per cui l’Italia non riuscì a impossessarsi di posti chiave in Asia, che avrebbero consentito di gettare le basi di un suo determinante insediamento economico e politico”.