caneautobus“Sono una cittadina di Asti che non solo si sente indignata ed offesa, sono colma di tristezza. Ieri, 12 maggio, mio malgrado dovendo portare il mio piccolo (grandissimo) amico a quattro zampe dal veterinario, decidevo di usufruire dei mezzi pubblici cittadini, autobus Asp, perché  priva di un autovettura , mi sono trovata ad affrontare un situazione a di poco paradossale. Mi munisco di biglietto per me e per il mio piccolo Tobia e mi porto alla fermata di corso Matteotti dove avrei dovuto prendere il mezzo pubblico. Premetto che Tobia è uno Schitzu, perciò  taglia piccola, una museruola per il mio piccolino non esiste, chi conosce quella razza di piccolo cane sa che non esistono museruole per quella razza, avendo la testa rotonda e senza muso non si possono calzare, nemmeno quella di Hannibal Lecter (Il silenzio degli innocenti). Salgo sul bus e subito lo zelante autista mi intima di scendere, perché a suo dire i cani sui mezzi pubblici non possono salire, io gli faccio presente che avevo contattato il corpo della Polizia Municipale  di Asti e che mi era stato riferito che era concesso portare i cani sui mezzi pubblici. Lo zelante mi dice che il mezzo non era dei vigili urbani, ma bensì dell’Asp e quindi io non avrei potuto restare a bordo. A quel punto i passeggeri sono insorti puntualizzando che certi “umani” non dovrebbero salire e non i cani, e io puntualizzerei che lo zelante con tutti i suoi colleghi, dirigenti e direttori sono stipendiati per il 53% dal Comune e quindi anche da me”. Monica Bailo