Part-time negati, licenziamenti a seguito di maternità, lettere di dimissioni in bianco, domande inquisitorie in sede di colloquio: sono ancora molti i problemi da superare per consentire una reale conciliazione dei tempi di vita e di lavoro ed evitare le discriminazioni di genere.
Di questi temi e delle soluzioni che la legge offre per le aziende che vengono incontro alle dipendenti donne si è parlato nel seminario di oggi pomeriggio al Centro Culturale San Secondo promosso dal Consiglio Provinciale Consulenti del Lavori di Asti in collaborazione con la Consigliera di Parità della Provincia di Asti, Gloria Ruffa e organizzato dall’associazione culturale La Fabbrica delle Idee.
Una ventina i partecipanti, tutti consulenti del lavoro arrivati da diverse realtà provinciali del Piemonte (oltre ad Asti anche Alessandria e Cuneo), che hanno potuto ascoltare gli interventi di Maria Rosa Gheido (“Tempo di lavoro e di vita fra codice e progetti”) e dell’avvocato Franca Turco, Consigliera di Parità della Regione Piemonte (“Tempo di lavoro e di vita tra norme europee e giurisprudenza”), in un confronto aperto con le relatrici e con i colleghi.
Incoraggiante l’intervento di Anna Carrer (Annapiù Tricot) che con i suoi trent’anni di esperienza come imprenditrice ha portato una testimonianza precisa: la conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro è possibile, senza intaccare gli interessi dell’azienda. “Anzi – ha rilanciato Carrer – mi sono resa conto che tra le mie dipendenti, le due che lavorano part-time per quattro ore al giorno, producono il corrispettivo di cinque, a volte anche sei ore”. Una questione di qualità del lavoro dunque, più che di quantità. E di risparmi marginali che, in tempi di crisi economica, non fanno male a nessuno.