MARCELLO COPPOPubblicata sul blog di Marcello Coppo la lettera di dimissioni dal direttivo inviata al Coordinamento Provinciale del Popolo della Libertà di Asti insieme al collega Vittorio Massa. “La decisione è maturata durante l’ultimo mese e si è concretizzata soltanto in questi giorni”, scrive Coppo. “Sono di quelli che ritengono che i partiti dovrebbero avere una struttura e il collegamento tra Roma e Provincia dovrebbe avvenire a doppio senso, cercando di riuscire a rispettare il principio di sussidiarietà. Attualmente il partito si sta invece sempre più centralizzando, a nulla sono servii i congressi provinciali, strumento al quale ho creduto”.. “Il Popolo della Libertà non è una organizzazione politica ma soltanto uno strumento di propaganda –  accusa l’avvocato -. La differenza è importante, specialmente per chi vuole partecipare alle decisioni e contribuire alle strategie politiche. Non è neanche un problema di posti ma almeno di rispetto per il lavoro e la passione e l’onestà intellettuale che un militante mette nella sua azione politica. Un militante tipo che si mantiene con il proprio lavoro e magari mette anche delle proprie sostanze per aiutare la buona causa”. Coppo non muove critiche a Silvio Berlusconi, che anzi continua a trovare il suo pieno consenso politico. Tuttavia, spiega ancora Coppo, ci vorrebbe “uno strumento organizzativo diverso, anche in vista del possibile abbandono della politica di Silvio. Si è appena fidanzato con una avvenente signorina, ha una certa età, avrà anche voglia di stare un po’ tranquillo e godersi i nipotini. Se per caso succedesse ora, con l’annullamento delle primarie, con l’indicazione dall’altissimo di tutti i deputati e senatori e quindi con il totale scollegamento che ci sarà tra rappresentanza e elettori, il centrodestra si troverebbe sguarnito e senza alternative. Ritenendo di voler far politica in un partito, strutturato sul territorio, che viaggi a democrazia interna a tutti i livelli e che abbia una tipica impronta di centrodestra, penso che il Popolo della Libertà non sia il mio luogo. Lo pensavo sino al momento in cui sono state annullate le primarie, ritenevo fossero la grande occasione di rilancio”. Di qui le dimissioni:“Mi dimetto perché, volendo fare una strada parallela e non distante, non voglio comunque approfittare dell’inerzia dei probi viri nell’espellere chi tiene comportamenti non in linea con il partito, un po’ come Progett’azione. Se uno decide, e la decisione è stata sofferta, decide e ne subisce le conseguenza e non approfitta del grande partito per i vantaggi, salvo sputarci sopra appena c’è da soffrire un po’”.