Grande partecipazione all’assemblea svoltasi giovedì sera a San Fedele. All’assemblea, moderata dal presidente del comitato San Fedele Luigi Sposato hanno partecipato tra gli altri i rappresentanti dell’Arpa (Alberto Maffiotti), dell’Asl (Daniela Rivetti) dell’Asp (con la presidente Giovanna Beccuti e il dirigente Roberto Tamburini) e del Comune (con il sindaco Brignolo gli assessori Bagnadentro e Vercelli e il dirigente Scaramozzino). Il tema era quello della chiusura dei pozzi utilizzati per innaffiare giardini e orti.  Negli ultimi anni si è registrata una costante discesa di valori delle sostanze inquinanti (cromo e solventi clorurati) tanto che si era riaperta anche all’uso irriguo la maggior parte dei pozzi privati. “Recentemente – hanno spiegato sindaco e tecnici – si è registrato invece un incremento che ha attivato il sistema di allerta e monitoraggio”.  Nei pozzi privati non è stato trovato cromo (la sostanza più preoccupante) che è stato rinvenuto solo in un “piezometro” di controllo a valle dello stabilimento, ma si è registrato un incremento di solventi clorurati.  Non si tratta di percentuali alte come all’inizio degli anni 2000 (quando si registravano 2.000 microgrammi a metro cubo) ma di modesti incrementi. Si sono riscontrati pozzi con 60, 80, 90 microgrammi: valori non drammatici (si tenga conto che la soglia nell’acqua potabile è 30 microgrammi e che in passato si chiudevano i pozzi quando superavano i 200 microgrammi: limite poi abbassato a 40).  L’incremento potrebbe essere riconducibile a un incidente avvenuto all’interno dello stabilimento a ottobre o novembre dello scorso anno, allorché l’acqua prelevata dalla barriera idraulica e immessa nella fognatura per essere trattata al depuratore è stata interessata da un fenomeno di rigurgito che ha allagato parte dello stabilimento.  L’acqua che ha allagato lo stabilimento è tornata nel terreno (caricandosi degli inquinanti presenti nello stabilimento stesso) e aggiungendosi alla normale acqua della falda ha “sovraccaricato” la barriera idraulica che così potrebbe aver lasciato passare parte degli inquinanti. “Questa non è affatto una certezza ma al momento un’ipotesi” hanno spiegato i tecnici.  Il problema è stato nel frattempo risolto.  Si tratterà ora di capire se nel giro di qualche mese, risolto il problema, i valori torneranno a scendere o se il problema sia un altro.  Nel frattempo a titolo precauzionale il comune emetterà un’ordinanza di divieto di uso del’acqua dei pozzi per innaffiare orti e giardini.  Questa precauzione è anche finalizzata a evitare rischi allorché, nelle prossime settimane, si inizierà a scavare nello stabilimento per realizzare, finalmente, la bonifica dell’area della “nuova cromatura” il principale focolaio di cromo esavalente. “Il progetto prevede un intervento che non dovrebbe creare problemi, ma quando si smuove il sottosuolo non si sa mai: non vorremmo che durante le operazioni di bonifica un po’ di  cromo potesse uscire dallo stabilimento” ha spiegato il sindaco.  Attualmente il disagio dovrebbe essere modesto, non essendo in questo periodo necessaria l’irrigazione. “Se il problema non dovesse essere risolto per l’estate garantiremo l’approvvigionamento gratuito dell’acqua necessaria all’irrigazione dei giardini e degli orti” ha dichiarato il sindaco.