“Rispetto a quello dell’ospedale di Alessandria, il Laboratorio Analisi del Cardinal Massaia analizza un numero maggiore di campioni di sangue, ha spazi capienti, attrezzature avanzate e potenzialità innegabili in relazione a un eventuale ampliamento dell’attività”: per tutti questi motivi, indica il deputato astigiano Massimo Fiorio, “sarebbe un errore lo spostamento della diagnostica specialistica da Asti ad Alessandria, così come indicato nella delibera regionale approvata a marzo. Quello che dobbiamo ottenere è esattamente il percorso inverso”. Il parlamentare del Pd lo ha ribadito oggi al termine della visita guidata al Laboratorio Analisi promossa con il consigliere regionale Eleonora Artesio. Vi hanno partecipato anche Fabrizio Brignolo e Flavio Pesce, rispettivamente presidente della Conferenza dei sindaci dell’Asl AT e presidente dell’Assemblea dello stesso organismo, il consigliere comunale Giovanni Pensabene, la consigliera regionale Rosanna Valle. La visita ha consentito di studiare l’attività svolta dal laboratorio, che conta 12 medici, compreso il direttore Gianmatteo Micca, e 34 tecnici, da tempo sotto organico (mancano 7 unità). E’ stato tra l’altro illustrata la tracciabilità del campione di sangue (dal suo arrivo in laboratorio, proveniente da uno dei 18 centri prelievi dell’Asl, alla chiusura della cartella clinica) e sono state approfondite le attività di base e specialistiche, queste ultime vero valore aggiunto del lavoro assicurato dal personale nelle 24 ore, sette giorni su sette. Alla visita, condotta dal dottor Micca, hanno partecipato Massimo Uberti e Roberto Gerbi, rispettivamente direttore sanitario dell’Asl e del Cardinal Massaia; alla conferenza stampa, svoltasi subito dopo, ha assistito anche il direttore generale Valter Galante. “Le conseguenze di un eventuale trasferimento della diagnostica specialistica da Asti ad Alessandria costituiscono un tema sicuramente da approfondire dopo la visita di oggi in ospedale – ha spiegato Fiorio – così come è da sottolineare che un’operazione del genere comporterebbe costi ingenti per adattare e attrezzare i locali (oggi l’ospedale alessandrino non dispone di spazi idonei), rimodellare il sistema di trasporto delle provette e far dialogare i laboratori di Asti e Alessandria con un programma informatico comune, che oggi non esiste”. Qualche dato: nel 2012 il laboratorio del Massaia ha refertato poco meno di 3 milioni e 500 mila esami contro i circa 3 mila dell’ospedale di Alessandria; gli altri laboratori dell’area sovrazonale Asti-Alessandria hanno un volume di attività di gran lunga inferiore: intorno ai 2 milioni Novi Ligure, 1 milione e 800 mila Casale Monferrato, 1 milione Tortona, 750 mila Acqui Terme. Il consigliere regionale Rosanna Valle ha definito la visita “un’occasione importante, su cui meditare: sicuramente non dobbiamo dimenticare che il laboratorio, con la parte relativa alla diagnostica specialistica, costituisce un valore aggiunto per l’ospedale”. Ha poi fatto presente “di aver chiesto all’assessore alla Sanità Cavallera di confrontarsi in un tavolo tecnico con le istituzioni del territorio prima di decidere la localizzazione del centro unico specialistico per ogni area sovrazonale: c’è il suo impegno in questo senso”. “Nessuno mette in dubbio la buona fede di Cavallera – il commento di Giovanni Pensabene – ma è bene non dimenticare che la delibera sulla riorganizzazione dei Laboratori Analisi è stata approvata in Consiglio regionale e lì dovrà tornare se si decidesse di modificarla”. Il consigliere comunale ha poi sottolineato come “la mancanza di risorse e la carenza di personale penalizzino purtroppo già ora gli utenti che si rivolgono al laboratorio: nel periodo estivo sono stati cancellati i prelievi del sabato mattina e la stessa cosa è già accaduta più volte anche nel resto dell’anno”. “Al futuro tavolo tecnico istituito dall’Assessorato sulla riorganizzazione dei Laboratori Analisi – il parere di Eleonora Artesio – andranno valutate attentamente, per ciascuna realtà dell’area sovrazonale, le caratteristiche organizzative più favorevoli, insieme agli aspetti riguardanti la logistica, le attrezzature, l’organizzazione professionale, gli investimenti già fatti: da questo punto di vista Asti presenta condizioni più favorevoli, anche per la capacità di risposta nel servizio all’utenza e per eventuali prospettive di ampliamento dell’attività”. Il sindaco Brignolo ha espresso preoccupazione (“Non deve succedere che un territorio venga svuotato rispetto ad un altro, bisogna usare equità ed equilibrio”) e auspicato “che l’assessore Cavallera al tavolo tecnico tenga anche in considerazione le valutazioni dei rappresentanti delle autorità locali: aspetto, questo, che in passato è molto mancato”. Infine Flavio Pesce ha sottolineato il pericolo che “il trasferimento dell’attività specialistica porti l’ospedale a perdere in eccellenza” e puntato il dito sui riflessi occupazionali: “Oltre a cedere una parte del personale, costretto a trasferirsi ad Alessandria – ha indicato – è chiaro che anche in futuro, qualora si dovessero trovare nuovi addetti, la ricerca verrebbe indirizzata verso l’ambito territoriale che ospita il centro specialistico. Asti, quindi, sarebbe doppiamente penalizzata”.