Settantuno anni dopo, i paracadutisti sono nuovamente scesi sul campo che ha ospitato la pista dell’aeroporto partigiano di Vesime: è accaduto ieri pomeriggio, a distanza di otto mesi dall’apertura della mostra permanente in Municipio che racconta la straordinaria avventura dell’Excelsior. E appena due giorni dopo il conferimento della medaglia d’oro al merito civile conferita dal presidente della Repubblica Mattarella al gonfalone della Regione: la prima d’Italia a ricevere il riconoscimento. Una giornata densa di ricordi e narrazioni, voluta, tra gli altri, da Comune, Israt e Università degli studi di Torino, con il patrocinio della Regione, in una data non casuale: la costruzione dell’aeroporto iniziò infatti nel settembre 1944 e avvenne in soli undici giorni. I più emozionati, ad applaudire i paracadutisti del Cus-Torino nella discesa sul campo agricolo (funzionò come pista di atterraggio dal 17 novembre 1944 alla liberazione dell’aprile 1945), sono stati gli anziani partigiani con il fazzoletto azzurro della II Divisione Autonoma Langhe: le staffette Margherita Mo (Maggie) e Nicoletta Soave (Mirka) con Giulio Bosio (Felix), Angelo Carmine (Jhon), Remo Rissone (Astro), Oreste Nano (Orland), Angelo Nosenzo (Diavolo), Luigi Viglione, dallo strano nome di battaglia che gli diede un combattente spagnolo e di cui ancora adesso ignora il significato: Scamaden. E’ stato proprio quest’ultimo a ricordare l’importante contributo della popolazione civile alla lotta partigiana: “In un primo tempo non si mangiava senza l’aiuto contadino. Poi sono arrivati gli americani con le scatolette”. Dopo il lancio dei paracadutisti, un pubblico numeroso ha seguito, sotto il portico del Municipio, i racconti degli uomini del comandante Poli (Piero Balbo), sollecitati da Renato Grimaldi, direttore del Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione, e Lorenza Balbo, figlia di Poli. Proiettati anche filmati d’epoca, in cui alcuni ragazzi ribelli di 70 anni fa si sono riconosciuti, con la testimonianza di Jack Paley, uno dei trenta canadesi paracadutati sulla pista dell’Excelsior nell’aprile del ’45. Faceva parte del commando che successivamente partecipò alla liberazione di Alba, il 26 aprile, e quattro giorni dopo di quella di Torino. Un altro puntuale ricordo è venuto da Luigina Balaclava, figlia del progettista dell’aeroporto tra le colline, il geometra Pasquale Balaclava, origini cortemiliesi ma diplomato ad Asti: “Conservo i documenti, con il timbro del Comando Alleato, su cui lavorò mio padre per fare l’aeroporto”. Mario Renosio, direttore dell’Israt e curatore della mostra interattiva sull’Excelsior, ha indicato i luoghi di Vesime e dintorni che segnarono il sacrificio della popolazione civile a fianco dei partigiani, “che principalmente combatterono contro i fascisti”. Settant’anni dopo c’è la necessità di conoscere e non dimenticare: “Oggi – ha sottolineato – costruiamo musei per fare storia, oltre che memoria, e raccontare soprattutto ai ragazzi e ai nuovi italiani che frequentano le nostre scuole”. Aggiornando le modalità e i linguaggi: lo ha sottolineato Nino Boeti, presidente del Comitato Resistenza e Costituzione che ha promosso la candidatura per la medaglia d’oro al Piemonte. “Settant’anni fa – ha ricordato il vicepresidente del Consiglio Regionale – le donne italiane votarono per la prima volta. Presto, davanti a 400 studenti torinesi, parleremo di condizione femminile con la staffetta partigiana Nicoletta Soave e una cantante rap: una bella sfida”. Molti, durante l’incontro, coloro che hanno visitato la mostra permanente sull’Excelsior, entrata tra le proposte didattiche dell’Israt per questo anno scolastico.