vini e fossiliIn un futuro non troppo lontano si brinderà con i “vini del territorio della balena”?   “Il vino non è solo ciò di cui è fatto, ma è anche l’emozione con cui lo si beve” dice Giorgio   Ferrero, assessore all’Agricoltura della Regione, al quale è venuta l’idea e che conosce bene i   terreni su cui crescono i vigneti dell’Astigiano.   “Dalle nostre parti – spiega – tutti hanno storie di balene fossili o di conchiglie che ancora oggi   affiorano quando si lavora la terra. Qui milioni di anni fa c’era il mare. Sono stato uno di quei   bambini che durante le lezioni andava col maestro a cercare conchiglie tra il verde di Muscandia.   Generazioni di astigiani sono cresciuti tra i fossili, camminandoci sopra inconsapevolmente o   sfiorando dorsi di colline che li custodiscono: immaginiamo cosa vorrebbe dire riassumere questa   peculiarità dell’ambiente astigiano in un’etichetta di vino”.  Ferrero ha lanciato la proposta sabato scorso, nella sede del Parco paleontologico astigiano, a   conclusione della conversazione “Alle origini dei nostri vini: perché sono nati qui e non altrove?”   moderata da Betty Martinelli: il primo di una serie di eventi promossi, con l’Associazione culturale   Comunica, per festeggiare il secondo compleanno del Museo dei fossili e i nuovi spazi ricavati da   un laborioso progetto di ristrutturazione al Michelerio. Quasi una lezione accademica quella a cui   sono intervenuti il geologo Claudio Riccabone, il docente di Enologia Vincenzo Gerbi e Laura   Pesce, pioniera delle donne sommelier in Italia, poi protagonista di una vivace degustazione guidata   (dalla barbera di Castagnole Lanze, protagonista del progetto “Adotta un filare”, ad altri vini del   territorio circostante).  Ferrero ha chiuso l’elenco dei relatori, strappando a pubblico e organizzatori l’assenso sulla   proposta di racchiudere la terra di fossili e vigneti in etichetta. Ma ha voluto andare oltre:   “L’Università e il Parco paleontologico astigiano potrebbero cominciare a lavorare da subito a un   marchio per le aziende che vorranno trasmettere un’emozione in più a chi berrà i nostri vini”.  Il commissario Felice Musto raccoglie la sollecitazione: “Iniziamo col mettere la proposta di   Ferrero all’attenzione del tavolo istituzionale che sabato 24 ottobre si riunirà nella nostra sede per   discutere sulla proposta di istituzione del Distretto Paleontologico, progetto che si fonda sulla   valorizzazione di varie filiere: insieme a quella economica e culturale c’è anche quella alimentare”.   Parteciperanno al tavolo di lavoro amministratori della Regione e del nostro territorio, oltre che    soggetti specializzati locali e piemontesi. Intanto la consigliere regionale Angela Motta ricorda che   “l’Ente di gestione astigiano ha potuto mantenere la propria autonomia, nel riordino delle aree   protette stabilito dalla nuova legge regionale, soprattutto perché si è tenuto conto della specificità   paleontologica”.