BANCO ALIMENTAREIndividuare una nuova sede per il Banco Alimentare? E’ l’interrogativo aperto a seguito della raccomandata con cui la Provincia, decorso il decennio di concessione dei locali, sfratta  causa eventuale alienazione dell’immobile i responsabili del Banco che pure lavorano a pieno regime nel comprensorio di corso Palestro 24 ad Asti. Il termine di 60 giorni dalla ricezione della raccomandata sta per scadere ed è tempo di correre ai ripari, anche se nell’attuale sede il Banco ha investito alcune decine di migliaia di euro per apportare le migliorie ai locali, che erano in stato di abbandono: impiantata una nuova cella frigorifera, la messa a norma dei locali del bagno e del restante magazzino, secondo i dettami Asl.   Il Banco, per adempiere alla sua missione,  assiste una quarantina di enti (cui fornisce gli alimenti che a cascata doneranno ai loro assistiti) in Asti e provincia.  I bisognosi aiutati sono circa 6.200, di cui 1.200 appartenenti alla mensa comunale di Asti.  Le tonnellate di alimenti distribuite nell’anno ammontano a 248, di cui 212 fornite dalla casa madre di Moncalieri, 26 da una piattaforma di distribuzione locale e 10 da un grosso supermercato. La struttura conta 67 volontari, è dotata di un furgone Fiat Ducato per le consegne delle derrate agli enti caritativi, con costi di gestione annui alquanto contenuti. La missione del Banco prevede la redistribuzione agli enti caritativi dei prodotti alimentari da recuperare, delle eccedenze alimentari, facendo si che il valore del bene diventi molto di più di ciò che è ricuperato, mediante l’aumento del valore economico, con in più la possibilità di un rapporto con la persona beneficiata che è al centro dell’impegno quotidiano. “E’ proprio in questo – scrive Mariangela Cotto in un’interpellanza rivolta al presidente della Provincia e all’assessore competente – che l’opera di carità del Banco si manifesta più compiutamente, poiché la lunga crisi che viviamo è sì sociale, economica, finanziaria e politica, ma è soprattutto antropologica, poiché investe la concezione stessa della persona, del suo desiderio di bellezza, di bene e di buono, del suo rapporto con la realtà: il rapporto Censis 2010 individuò la natura della crisi in un “calo del desiderio”, “una società pericolosamente segnata dal vuoto”, uomini “sazi e disperati”. La consigliera Cotto chiede di sapere “Per quali motivi la Provincia di Asti non ha ritenuto di incontrare i responsabile del “Banco” per informare delle intenzioni dell’Amministrazione provinciale di alienare l’immobile prima dell’approvazione della deliberazione della Giunta provinciale n. 186 del 16/07/2012”, “Per quali motivi, considerato che (l’eventuale) alienazione dell’immobile non è imminente, la Provincia ha concesso solo 60 giorni per lasciare la sede; “Se la Provincia non ritiene utile revocare la lettera di sfratto inviata al fine di incontrare il Banco, il Comune di Asti, la Diocesi, le Parrocchie, gli Istituti religiosi e le Associazioni di volontariato per individuare una nuova sede per il “Banco”, anche in considerazione dei tanti contenitori vuoti di proprietà degli Enti”.

Sul tema si svolgerà un incontro di approfondimento sabato alle 11 al Centro Culturale Cittadino San Secondo.