In vista del prossimo 29 luglio, giorno in cui il Consiglio Provinciale sarà chiamato a esprimersi in merito al Piano di Programmazione della Rete Scolastica, che riguarda l’ipotesi dell’accorpamento tra il Nostro Istituto e l’Istituto “G. Penna”, nei giorni scorsi hanno avuto ampio spazio le dichiarazioni dei rappresentanti di quest’ultimo, mentre nessuno si è preoccupato di ascoltare la voce dei docenti e del personale del Liceo Scientifico “Vercelli”.
Pertanto, ci sembra opportuno far emergere il nostro dissenso, basato sull’analisi di criticità e inopportunità di una operazione -quella dell’accorpamento- fatta al “buio”, senza certezze su prospettive, bilanci e risorse. Il dissenso è chiaramente emerso in seno al Collegio Docenti del Vercelli, che ha espresso parere sfavorevole. Lo stesso esito ha avuto la votazione del Consiglio di Istituto, con la componente genitori e studenti schierata all’unanimità contro questo scenario.
Non si tratta affatto di difendere una antiquata identità elitaria, ma di avere garanzie sulla futura gestione della nostra scuola, considerata l’instabilità dirigenziale e amministrativa in cui si effettua questa operazione.
Che ne sarà dell’efficienza dei laboratori e degli strumenti di cui, col tempo, il Liceo si è dotato?
Che fine faranno le sperimentazioni messe in atto e tutte le risorse indispensabili al successo formativo dei ragazzi?
Da quanto appreso dai giornali, sono stati presentati ben tre progetti di accorpamento (dei quali, a oggi, non ci sono noti né gli autori, né tantomeno i contenuti) esplicitamente ritenuti “tutti validi”, come dichiarato recentemente da Tiziana Gaeta (Consigliera Provinciale con delega alla programmazione scolastica). Di questi, è bene precisarlo, nessuno è stato presentato dalla nostra scuola, in quanto non interessata a perdere quell’autonomia pubblicamente difesa, per l’Istituto Penna dal suo attuale Dirigente Scolastico e dalla vicepreside, visto il numero di iscritti del Liceo Vercelli.
Con grande sorpresa, infatti, abbiamo appreso a febbraio della decisione politica di realizzare questo accorpamento, nell’ambito del Piano di Programmazione scolastica della Provincia di Asti. A seguito di questa fortuita scoperta, nonostante la nostra contrarietà, ma comprendendo le difficoltà dell’Istituto Penna, e quindi dei suoi studenti, per un simile scenario, abbiamo avanzato la proposta di un anno “di prova” (il prossimo, ovvero l’a.s. 2025-26, dal momento che l’accorpamento si farebbe a partire dall’a.s. 2026-27).
Considerato il contestuale pensionamento della Dirigente Scolastico del “Vercelli” e la perdurante mancanza del Direttore dei Servizi Generali e amministrativi del “Penna”, durante questo anno di rodaggio, quindi, il DS Marino (Penna) e il DSGA Vardaro (Vercelli), insieme, avrebbero potuto sperimentare e valutare realisticamente gli ipotizzati vantaggi relativi alla didattica, alla razionalizzazione economica e all’efficacia organizzativa e amministrativa delle due scuole, tenendo conto delle singole specificità.
Questa richiesta, a nostro avviso più che ragionevole, ci avrebbe permesso di esprimere con maggiore consapevolezza le nostre considerazioni, ma, ancora una volta, appare chiaro che della scuola reale a nessuno importi, e ci vediamo obbligati a subire l’accorpamento con un Istituto che non conosce affatto le dinamiche che hanno reso oggi il “Vercelli” un centro di eccellenza in Piemonte sotto diversi aspetti, come rilevato recentemente da Eduscopio, oltre ad aver ottenuto riconoscimenti nazionali in ambito accademico e di ricerca.
Come troppo spesso la pratica insegna, le decisioni pertinenti il mondo della scuola vengono prese solo in nome di un fantomatico risparmio e non del merito, quando invece questo dovrebbe essere il vero investimento sul futuro delle prossime generazioni.