E’ nella compagine della Comunità Cenacolo di Saluzzo che si è svolto domenica 16 novembre il ritiro dei gruppi dopo-Cresima della Parrocchia N.S. di Lourdes. La fitta nebbia del mattino non ha spento gli entusiasmi delle “Formiche”, curiose di scoprire una realtà veramente nuova ai propri occhi. «La giornata è subito incominciata con un momento di raccoglimento in chiesa », racconta Jasmine, 18 anni, « dove grazie alla proiezione di un video abbiamo potuto comprendere come sia nato il progetto di Suor Elvira. E’ seguita la S. Messa presieduta dal vice parroco don Rodrigo, preceduta da un forte momento di Adorazione. Già durante il pranzo abbiamo potuto avvicinare diversi ragazzi della Comunità, che ci hanno spiegato come sia strutturata una giornata “tipo”. Mi ha molto colpito la testimonianza di un giovane di 19 anni, che non ha solo avuto il coraggio di “raccontarsi”, ma è anche stato disposto a rispondere alle nostre domande. Dopo il pranzo abbiamo ancora potuto vivere sia momenti di gioco che di preghiera e riflessione, accompagnati dai membri della Comunità». «Non tutti coloro che hanno parlato sono lì per problemi di droga», aggiunge Federica, 19 anni, «ma ci hanno aperto gli occhi su problematiche che ogni persona può incontrare nel corso della propria vita. Mi ha colpito molto come persone che hanno alle spalle esperienze così difficili, alcune letteralmente devastanti, adesso abbiano la forza di ridere, scherzare, cantare, ballare; mi torna in mente una frase di Montaigne:”Non tutto ciò che barcolla cade”. Anche se alcuni di loro possono essere effettivamente caduti, si sono rialzati davvero in maniera straordinaria. Sono molto contenta che i nostri ragazzi siano usciti dall’ambiente dell’oratorio, che ogni tanto definisco ”tutto rose e fiori”, e si siano posti innanzi ad una realtà per loro nuova, lontana certamente dalle proprie esperienze». «La testimonianza che mi porto a casa da questa giornata», interviene Valentina, 14 anni, «è quella di una giovane donna, la quale, soprattutto durante l’adolescenza, ha sempre cercato di presentarsi alle persone “nascondendo” la sua vera identità, per paura di non piacere. Penso che tale situazione riguardi molti di noi, ed è proprio questo che mi ha spinto a domandarmi come vivo i rapporti con chi incontro ogni giorno. Chiunque fa esperienza di un vuoto che solo Dio può riempire, ma che tante volte colmiamo di cose futili ». Durante il viaggio di ritorno, alcuni ragazzi hanno condiviso le emozioni e le sensazioni sperimentate a Saluzzo. «Ho apprezzato molto questa giornata», racconta ai suoi amici Filippo, 15 anni, «perché ho potuto toccare con mano come diverse persone in condizioni decisamente disagiate siano rinate seguendo la parola del Vangelo, accogliendo la preghiera come parte fondante delle proprie giornate ed impegnandosi a portare avanti grandi idee. Mi è rimasto impresso nella mente il loro modo di condividere tutto ciò che posseggono con gli altri: lo stesso pranzo, oltre ad essere stato molto abbondante, ci è stato offerto senza chiedere nulla in cambio». Un’ultima parola spetta al vice-parroco, Don Rodrigo: « La cosa che più mi ha colpito è stata la carica di Madre Elvira, che ha voluto dare un segno forte al mondo con la Comunità Cenacolo, ponendo alla base di tutto la forza della Parola che è capace di trasformare i nostri cuori. I ragazzi che ci hanno accolto ci hanno fatto percepire la bellezza di vivere l’ordinario con semplicità, abbiamo potuto sperimentare che è sufficiente vivere la limpidezza della gioia quotidiana, scoprendo che possiamo ancora oggi seguire il Signore con la nostra vita, anche dopo aver incontrato la sofferenza». Le Formiche della Torretta
Il coraggio di guardare il prossimo con gli occhi di Suor Elvira
