e fu sera e fu mattinaUna sfida: quella di fare un intero film con 70 mila euro, 79 tra attori protagonisti e piccoli ruoli e 500 comparse. Una pazzia: quella di avere come produttori, giovani, studenti, pensionati, persone comuni, che hanno deciso di comprare delle quote dell’opera prima che si concretizzasse, spinti dal passaparola, dalla fiducia o dal semplice desiderio di “investire nella cultura o in un progetto”.

Nasce così il film indipendente del regista 28enne Emanuele Caruso “E fu sera, e fu mattina”, girato nel Cuneese fra Langhe e Roero, nell’estate 2012, con 10 settimane di riprese. Un film recitato con momenti in piemontese, ma che è già diventato un caso. Solamente ad Alba è stato in programmazione per 6 settimane con 31 spettacoli sold out. E il piccolo “Davide” non si ferma. I biglietti venduti sono ora più di 14000 da Macerata a Sestri Levante, da Trieste a Fermo fino ad arrivare a Cuneo ed Asti.

Ora il lungometraggio è sbarcato a Torino, al Multisala Reposi, raggiungendo il 32°sold out. Da una settimana iniziale di programmazione, con un pubblico stimato intorno alle 4000 persone, si è passati ad una seconda. Il film infatti, dal 13 marzo resterà a Torino almeno fino al 26.

E nel weekend il cast spiegherà nuovamente al pubblico questa fantastica avventura. In contemporanea, il 21, 22 e 23 marzo, il film sarà anche al Cinema Lux di San Damiano d’Asti con diverse programmazioni.

Ad aprile il film sarà a Milano, mentre più avanti potrebbe perfino arrivare a Roma. Senza escludere i festival che si stanno interessando al progetto.

Non male per un’idea che doveva rimanere in un cassetto o restare un sogno come tanti. “Un piccolo miracolo dei nostri giorni” lo definisce il regista.

 

TRAMA

 

Avila è un tranquillo paesino di 2000 anime arroccato su una collina. La scena iniziale cattura la festa patronale di Sant’Eurosia, custode dei frutti della terra. Sindaco e parroco danno inizio ai festeggiamenti ma un attimo dopo, dal bar in cui molti sono raccolti attorno alla tv, arriva un’ondata di panico. Le persone, appresa la sconvolgente notizia, stravolgono la loro effimera quotidianità facendo affiorare paure, segreti a lungo taciuti, desideri, sogni ed innumerevoli rimpianti. I 49 giorni che li separano dalla fine funzionano come una sorta di specchio in cui ciascuno si vede per ciò che davvero è, nel bene e nel male.

Don Francesco è un prete di raro spessore umano che il Paese non sempre apprezza mentre Gianni, il ragazzo che lui ha accolto con sé è un parìa grazie ad un passato colpevole e sussurrato da tutti. Luisa, l’eterna ragazza, cameriera del bar ed amica vera di entrambi vive ancora con i suoi genitori e la sorella pur portando con sé un segreto pesante come un’ombra. Marse ed Anna, una coppia che convive. Si amano, tanto, ma Avila è una vecchia bigotta e da tale li tratta. Le loro storie si intrecciano, si accavallano, si aiutano. Fino alla fine del sole.

INFO SUL FILM

 

La produzione ha stimato in circa 1,4 milioni di euro il costo complessivo che il film avrebbe richiesto secondo i normali canoni di produzione cinematografica.

Il film è stato montato per un anno ed ora uscirà nei vari cinema italiani (si calcolano 100 sale) nell’arco di 12-18 mesi.

Essendo una produzione indipendente sarà possibile esser presenti in pochi cinema alla volta.

Il film è stato reso possibile grazie al metodo del crowdfunding e soprattutto del crowd equity. Infatti risulta essere, per l’Italia, un raro esempio di un film realizzato vendendo al pubblico, in fase di preproduzione (quindi ancora in fase di scrittura e ideazione), quote da 50 Euro che corrispondevano a una percentuale degli incassi del film (in sostanza chiunque acquistava una quota, acquistava una percentuale degli incassi del film).

Oltre 40.000 Euro dell’intero budget sono stati trovati in questo modo attraverso la piattaforma on-line “produzioni dal basso” in circa 18 mesi di raccolta complessiva.

La troupe è formata da 30 giovani operatori cinematografici, la cui età media é di 27 anni.