Ridere a “I mesi del giallo”: un controsenso possibile se il libro di cui si parla è “Il bacialè” di Franco Testore. E’ successo venerdì sera, con un tutto esaurito alla Biblioteca Astense: complice la popolarità dell’autore astigiano (è primario di Oncologia al Cardinal Massaia), ma anche la curiosità per un racconto che, ambientato nella Langa Astigiana negli Anni Sessanta del Novecento, ha proposto situazioni e personaggi che hanno fatto divertire. In molti, tra il pubblico, si sono riconosciuti nei ricordi e negli aneddoti di un’epoca: storie anche vere, ha ammesso Testore, che ha letto numerosi passi del libro, incassando gli applausi convinti del pubblico (presenti, tra gli altri, anche pazienti, volontari e medici del Massaia).
Una conversazione amabile, quella condotta dalla giornalista Enrica Cerrato, che ha voluto comporre una vetrina di oggetti citati ne “Il bacialè” (il cappello da carabiniere, borsetta e guanti da sposa, le Nazionali senza filtro, il vasetto di peperoncini, ecc.), sollevando la curiosità generale. Volutamente tenuta segreta, invece, la trama gialla che attraversa il libro e che parte dalla sparizione di un uomo che, fin dall’inizio, gli abitanti di Borgoriondo non si affannano a cercare: lo faranno una domenica mattina, convinti da quella bevuta gratis al bar, dopo le ricerche, che il sindaco promette loro per cercare di imprimere una svolta al caso.  
“I mesi del giallo”, ideata dall’Associazione Comunica, proseguirà questa settimana con altri due autori: il giornalista e scrittore Giovanni Fasanella sarà ad Asti sabato 22 ottobre, per parlare prima ai ragazzi delle scuole superiori e poi in un incontro pubblico alla Casa del popolo, mentre il medico legale Pierluigi Baima Bollone sarà protagonista domenica 23 a Frinco.   
Sabato 22 ottobre Fasanella racconta ad Asti un pezzo di storia invisibile italiana
A un anno di distanza, Giovanni Fasanella, autore di molti libri sulla storia invisibile italiana, torna a “I mesi del giallo” per presentare il libro scritto con l’argentino Mario José Cereghino: “Il golpe inglese. Da Matteotti a Moro: le prove della guerra segreta per il controllo del petrolio e dell’Italia” (Chiarelettere).
L’appuntamento, a ingresso libero, sarà ospitato sabato 22 ottobre, alle 21, alla Casa del popolo, dove alle 20 si terrà l’apericena con l’autore.
Fasanella converserà  con Mario Renosio, direttore dell’Israt, partner de “I mesi del giallo”.
Il libro apre uno squarcio importante nella storia del nostro Paese e risponde a quesiti altrimenti indecifrabili che nemmeno le inchieste giudiziarie sono riuscite a chiarire del tutto: a cominciare dal delitto Matteotti (1924) per arrivare alla morte di Mattei (1962) e di Moro (1978).
Ogni volta che gli italiani hanno provato a decidere del proprio destino, gli inglesi sono intervenuti. Ora i documenti desecretati, che Fasanella e Cereghino hanno consultato negli archivi londinesi di Kew Gardens, lo dimostrano. Da quelle carte emerge con chiarezza che non è Washington a ordire piani eversivi per l’Italia, come si è sempre creduto, ma soprattutto Londra, che non vuol perdere il controllo delle rotte petrolifere e contrasta la politica filoaraba e terzomondista di Mattei, Gronchi, Moro e Fanfani.  ?
Il petrolio, però, non è l’unico problema. Per gli inglesi anche i comunisti sono un’ossessione. Tanto da contrastarli con ogni mezzo. Persino arruolando schiere di giornalisti, intellettuali e politici per orientare l’opinione pubblica e il voto degli italiani. Finchè si arriva al 1976, l’anno che apre al Pci le porte del governo. A Londra progettano un golpe. Ma l’ipotesi viene alla fine scartata a favore di un’altra “azione sovversiva”. Si scatena così un’ondata terroristica che culmina nell’assassinio di Aldo Moro.
Sempre nella giornata di sabato 22 ottobre, ma alle 9,30, Fasanella dialogherà nell’Aula Magna del Polo Universitario con i ragazzi delle classi quarte e quinte degli istituti superiori cittadini. Al centro il libro, scritto nel 2010 con Antonella Grippo, “1861 la storia del Risorgimento che non c’è sui libri di storia” (Sperling & Kupfer).
Moderatore dell’incontro, anche in questo caso, Mario Renosio.
Tesi del libro: l’Italia è diventata quello che è perché è nata così ed è stata raccontata in un certo modo. La retorica risorgimentale, piena di nobili intenti, eroi senza macchia, politici geniali e lungimiranti, è stata il tappeto sotto cui abbiamo nascosto la polvere della nostra storia per 150 anni. E così, se oggi si vuole capire questo Paese “malato”, affetto da vizi endemici che paiono inestirpabili, forse sarebbe bene ripercorrere i primi giorni della sua vita. E’ ciò che fa “1861”, andando a riannodare un filo rosso fatto di intrighi, malavita e malaffare che ha il capo proprio nel modo in cui l’Unità fu prima realizzata e poi gestita. Il trasformismo in politica, la corruzione, la tendenza a scendere a patti con i poteri forti, a utilizzare agenti segreti per scopi non istituzionali, a servirsi della criminalità, a sfruttare per ragioni di Stato l’opera di terroristi e rivoluzionari: tutto questo, nei libri di scuola su cui intere generazioni si sono formate, semplicemente non c’è.  
Domenica 23 ottobre a Frinco Baima Bollone svela i lati oscuri dell’Unità d’Italia
Sotto al titolo “Patrioti e spiritisti: i lati oscuri del Risorgimento”, la rassegna “I mesi del giallo” incontrerà domenica 23 ottobre Pierluigi Baima Bollone, professore emerito di Medicina legale all’Università di Torino. Tra i maggiori studiosi della Sindone, l’ospite presenterà il libro scritto quest’anno per Priuli & Verlucca: “Esoterismo e personaggi dell’Unità d’Italia”.
La conversazione, proposta da Comunica e Comunità Collinare Val Rilate, si terrà alle 17 nel Municipio di Frinco (ingresso libero), e sarà moderata da Marisa Varvello.
Conciliando il suo rigoroso approccio di scienziato con l’esposizione divulgativa del pubblicista, Baima Bollone propone pagine originali e stimolanti che ci conducono alla scoperta di alcuni lati sconosciuti non solo dei personaggi più importanti, ma anche del fondamentale periodo storico che ha portato all’Unità d’Italia.
Non molti sanno, per esempio, che D’Azeglio e, negli ultimi tempi di vita, anche Garibaldi furono ferventi spiritisti; oppure che c’è chi suppone che Cavour (come già in precedenza Napoleone) sia stato ucciso e che il frate che gli somministrò i sacramenti fu sospeso dalle autorità ecclesiastiche. E ancora: a proposito di Napoleone, chi sa che il nome Italia compare per la prima volta su una moneta, per sua volontà, dopo la battaglia di Marengo? E che Virginia Oldoini, contessa di Castiglione, e Vittorio Emanuele II soffrivano dello stesso disturbo narcisistico della personalità?; che Costantino Nigra venne eletto a capo del Grande Oriente d’Italia, ma lasciò dopo poche settimane, e che in lui coesistevano personalità diverse? E che Giuseppe Mazzini credeva nella trasmigrazione delle anime e nella reincarnazione?
Curiosità e scoperte che non mancheranno di stupire il pubblico de “I mesi del giallo”. Al termine, com’è ormai tradizione negli incontri in Val Rilate, rinfresco a “km zero” offerto dalla Pro Loco.