Due nuovi romanzi si aggiungono alla rosa dei selezionati per la decima edizione del Premio Asti d’Appello: “La ragazza di Marsiglia” di Maria Attanasio, edito da Sellerio, proveniente Premio Rapallo, e “Mangereta” di Adalberto Maria Merli, edito da La nave di Teseo, dal Premio Cortina.

Il primo è il ritratto di Rosalia Montmasson, l’unica donna che partecipò all’impresa dei Mille. Per vent’anni fu la moglie di Francesco Crispi, che seguì in tutti gli esili, condividendone azione e utopia, senza paura e senza riserve, facendosi cospiratrice e patriota al servizio della causa mazziniana. Si erano incontrati a Marsiglia: lui esule in fuga dalla Sicilia borbonica, lei lavandaia stiratrice che si era lasciata alle spalle l’asfittico paesino d’origine dell’Alta Savoia. Diventata mazziniana anche lei, entrò a poco a poco nella vita di riunioni e di azioni clandestine di lui, perfino le più rischiose e forse terroristiche, giungendo ad assumere un proprio ruolo, stimato anche da Mazzini.
Poi l’impresa garibaldina, l’Unità, e la svolta monarchica di Crispi. Le divergenze e i contrasti tra Francesco e Rosalia si accentuarono, ormai la ragazza di Marsiglia è solo un impiccio sentimentale e politico per lui, che nel 1878 – divenuto potente ministro – riuscì con cavilli formali e l’avallo di una compiacente magistratura a farsi annullare il matrimonio. Da quel momento, Rosalia Montmasson fu fatta sparire dalla vita di Crispi, dai libri, e dalla memoria collettiva, una totale rimozione dalla storia risorgimentale che si è protratta fino a oggi; a lei Maria Attanasio, in questo avvincente romanzo storico, restituisce voce e identità, recuperando anche una sommersa e avventurosa coralità di oscuri eroi.
Con un ritmo narrativo di inchiesta letteraria su una vicenda nascosta del Risorgimento, la scrittrice ne ha cercato le tracce, ripercorrendo i luoghi, scavando tra cronache e documenti, appassionandosi alla vita di questa donna dal temperamento straordinario, ribelle a ogni condizionamento e sudditanza. E ce la racconta in un romanzo sulla libertà di pensiero, che è quasi una storia al femminile sul processo unitario italiano: il ritratto in grande di una donna in grande, dipinta quale immagine del Risorgimento perduto, della sua parte sconfitta e più bella.

Maria Attanasio collabora a riviste e giornali. Ha scritto poesie e saggi, e nel 1994 ha pubblicato per Sellerio “Correva l’anno 1698 e nella città avvenne il fatto memorabile”, seguito da “Piccole cronache di un secolo” (1997, con Domenico Amoroso), “Di Concetta e le sue donne” (1999), “Il falsario di Caltagirone” (2007), “Il condominio di Via della Notte” (2013) e “La ragazza di Marsiglia” (2018).

“Mangereta”, alter ego dell’autore Adalberto Maria Merli, racconta le sue vicissitudini e quelle della sua famiglia, dalla seconda guerra mondiale al periodo della ricostruzione. Mangereta è il soprannome dato al piccolo Berto dalla nonna friulana, vuol dire “mangia sempre, affamato”, perché Berto ha appunto una fame irrefrenabile, non solo di cibo, ma di gioco, di fantasia, di risate: gli servono per far fronte alla durezza della guerra, sul cui sfondo trascorre la sua infanzia. Con la famiglia fugge da una capitale segnata dal conflitto, per arrivare in Friuli, a Fontanafredda, e fino sulle Dolomiti, a Cortina d’Ampezzo, per fare nuovamente ritorno a Roma a guerra finita. Un percorso fatto di incontri, avvenimenti, scoperte, esperienze tragiche o comiche, eroi anonimi e generosi. Al suo ritorno a Trastevere, nel dopoguerra, in un quartiere immerso nella povertà e nel disagio ma anche vivace e acceso di speranze, tra conversazioni strillate da finestra a finestra, al mercato, nelle trattorie, in parrocchia, per la strada, Mangereta scoprirà i suoi primi interessi, i suoi sogni, le sue prime domande, e le sue prossime responsabilità, di giovane e adulto.

Adalberto Maria Merli è nato e vive a Roma. Attore e doppiatore, è interprete di molti film e sceneggiati per la televisione e la radio. Ha lavorato in Francia, Spagna, Inghilterra. Nel 2005 è stato nominato membro della Commissione Consultiva del Ministero per i Beni e le Attività Culturali per i film di interesse culturale.

I volumi vanno ad aggiungersi a quelli precedentemente selezionati per il Premio Asti d’Appello 2018: “L’uomo di casa” di Romano De Marco (Piemme editore), finalista al Premio Scerbanenco, “L’inventore di se stesso” di Enrico Palandri (Bompiani), dal Premio Bergamo, “Resto qui” di Marco Balzano (Einaudi) e “Questa sera è già domani” di Lia Levi (Edizioni E/O), entrambi dal Premio Strega.
I libri saranno disponibili a breve presso la Biblioteca Astense Giorgio Faletti, in via Goltieri 3a, per tutti i soci che hanno rinnovato l’adesione alla Associazione Premio Asti d’Appello. Le iscrizioni sono ancora aperte, sempre al costo di 100 euro, sia per chi intende rinnovare l’adesione degli anni passati che per chi volesse iscriversi per la prima volta.
Per informazioni: 0141.593002.