santa cecilia_anno scorsoSabato 23 novembre ore 21 si celebrerà in Cattedrale la festa di Santa Cecilia. La proposta, rivolta ai cori parrocchiali, rientra nell’ambito di attività dell’Istituto Diocesano Liturgico-Musicale (www.idilim.it) diretto da don Simone Unere: nello specifico, la celebrazione della patrona della musica è affidata alla cura di Manuela Avidano, direttore del Coro della Diocesi di Asti. La novità di quest’anno risiede nel doppio appuntamento, sempre in Cattedrale: sabato 23 novembre ore 21 la concelebrazione dell’eucaristia presieduta dal nostro vescovo, e venerdì 29 novembre ore 21 il concerto. L’anno scorso entrambi i momenti sono risultati molto graditi, ma è apparso troppo lungo contenerli in un’unica serata. Mentre l’appuntamento concertistico sarà un momento gioioso, nel quale verrà offerta la possibilità di esprimersi liberamente nel canto, il vero punto centrale della festa sarà costituito dalla celebrazione eucaristica: nell’ideare il suo programma canoro si è voluto dare la possibilità ai cori di arricchire il proprio repertorio musicale liturgico con del materiale pressoché alla portata di tutti, pertinente da un punto di vista rituale, e dignitoso sul versante della qualità artistica. Come l’anno scorso, la presenza sarà nuovamente massicci. Hanno infatti segnalato la propria partecipazione i cori delle parrocchie di Sacro Cuore, San Domenico Savio, San Giovanni Bosco, San Paolo, e il coro della cappellania San Giuseppe Marello per la città, mentre per i paesi ci saranno i cori delle parrocchie di Agliano, Castell’Alfero, Celle-San Damiano (Laudate Dominum), Costigliole, Isola (Santa Caterina), Mombercelli (Piccolo Coro), Montegrosso Cinaglio, Chiusano-Settime-Cinaglio (CSC Val Rilate), Portacomaro, Rocchetta Tanaro, Villafranca. La presenza dei bambini sarà assicurata dal Coro Note Colorate di Asti. Una realtà sempre in fermento, quella corale: alcuni coristi hanno segnalato a titolo personale la propria presenza (avendo deciso il proprio coro di non esserci), mentre altri cori, come quello di Montegrosso d’Asti, si stanno aprendo anche alla vita diocesana.