Con l’approvazione del bilancio consuntivo 2019 e di quello preventivo 2020, il Distretto Paleontologico dell’Astigiano e del Monferrato ha ripreso l’attività dopo la lunga pausa imposta dalle restrizioni anti Covid-19.

I due conti economici sono stati approvati a distanza, nella seduta telematica del Consiglio di Amministrazione presieduto da Carlo Alberto Goria, e dovranno essere ratificati dall’Assemblea dei soci: più di settanta soggetti pubblici (per lo più Comuni dell’Astigiano, Alessandrino e Torinese) oltre a un gruppo di privati in rappresentanza soprattutto del mondo agricolo e produttivo, Camera di Commercio, associazioni del territorio.

I vertici del Distretto ipotizzano lo svolgimento dell’Assemblea per settembre, tenendo conto della situazione sanitaria e delle disposizioni che la regoleranno: “Oltre a ratificare l’approvazione dei bilanci – spiega il presidente Carlo Alberto Goria – all’ordine del giorno della seduta assembleare dovremo prevedere il rinnovo del Consiglio di Amministrazione, scaduto ad aprile, per il triennio 2020-2022. Lo compongono dodici consiglieri, di cui quattro membri di diritto (Provincia, Comune di Asti, Polo Universitario Rita Levi Montalcini, Parco Paleontologico), cinque in rappresentanza dei Comuni e tre dei privati”.

Seppure rallentata dal lockdown, la realizzazione delle linee programmatiche, già definite nel 2019, viene riconfermata per quest’anno. Anzitutto la candidatura del Geoparco Unesco, comprendente i territori facenti parte del Distretto: “Un paesaggio ricco di testimonianze fossili sul Mare Padano – ricorda il vicepresidente Gianfranco Miroglio – ma anche di reperti di mammiferi di terra rivenuti nell’area del Nord Astigiano-Villafranchiano”.

A tempi brevi il Distretto definirà insieme ai Comuni la collocazione della segnaletica (una sessantina di nuovi cartelli) che andrà a implementare quella regionale già presente lungo i sentieri del Nord e del Sud Astigiano, toccando “La via dei santi, dei briganti e dell’acqua” (comprende una ventina di paesi) e “La via del mare” (diciassette centri).

Per le produzioni locali si guarda al marchio di qualità come strumento capace di valorizzare ciò che nasce nelle aziende, secondo i principi dello sviluppo sostenibile e del rispetto dell’ambiente, e il territorio che costituisce il contesto naturale.

Sempre per quanto riguarda il marchio, sono già stati definiti e approvati i disciplinari per il suo ottenimento e si sono presi i primi contatti con i produttori locali.

“Sono tutte azioni – sottolinea Goria – che per crescere hanno bisogno della sensibilizzazione della popolazione e del coinvolgimento dei Comuni, premessa indispensabile perché le idee diventino progetti di comunità. Il Distretto ci crede e riconferma il proprio impegno in un anno difficile come questo, facendo i conti con le conseguenze, anche economiche, dell’epidemia sanitaria”.