libro cardinal massaiaSi intitola Cardinal Massaja and the Catholic Mission in Ethiopia. Features of an Experience between Religion and Politics, il libro di Mauro Forno tradotto recentemente in inglese dalle Paulines Publications Africa delle Figlie di San Paolo di Nairobi (Kenya) stampato dai Francescani di Kolbe Press a Limuru, sempre in Kenya. L’operazione è stata fortemente volta dal cardinal Angelo Sodano, che ne ha finanziato la traduzione, in unità d’intenti con l’autore, Mauro Forno, ricercatore e docente di Storia Moderna all’Università di Torino, che l’aveva pubblicato nel 2009 in Italia presso la Società Editrice Il Mulino di Bologna sotto il titolo Tra Africa e Occidente. Il cardinal Massaja e la missione cattolica in Etiopia nella coscienza e nella politica europee, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti. Proprio il dott.Forno si recherà in Etiopia con don Vittorio Croce, altro sostenitore dell’impresa e studioso del missionario astigiano in occasione dei convegni tenuti a Roma, Asti e Torino nell’anno del bicentenario della nascita del Massaja (1809-2009), intorno alla metà di gennaio per la presentazione del libro. Lo scopo infatti della traduzione inglese è principalmente quello di far conoscere in terra d’Africa e soprattutto in Etiopia la figura e l’opera del missionario cappuccino, in particolare sottraendolo all’accusa di essere stato l’ispiratore della conquista italiana dell’Etiopia, avvenuta nel 1935-1936 ad opera del regime fascista che voleva a tutti i costi la proclamazione dell’impero dell’Africa Orientale. Purtroppo tale convinzione è diventata comune nella terra che vide il Massaja impegnato come missionario, ma anche come medico (sconfisse il vaiolo con la vaccinazione in diverse zone dell’Etiopia centrale) e linguista (pubblicò la prima grammatica della lingua oromo), anche in seguito al noto film Abuna Messias (il nome attribuito con singolare storpiatura al Massaja), il primo kolossal realizzato dall’Istituto Paolino nel 1939 proprio in Etiopia. Mauro Forno ha condotto in questo libro la prima ricerca scientifica completa sui rapporti del Massaja con le potenze politiche del tempo, Inghilterra e Francia, ma poi anche il regno sabaudo e l’Italia, dimostrando la sua totale estraneità, prima alla conquista dell’Eritrea a fine Ottocento e poi tanto più a quella dell’Etiopia di 40 anni dopo. Il grande missionario astigiano auspicava e chiedeva che le potenze europee garantissero la sicurezza delle vie d’accesso all’altopiano etiopico, sviluppando magari anche rapporti commerciali vantaggiosi per entrambe le parti, ma opponendosi decisamente ad ogni idea di conquista coloniale, ritenendo tra l’altro l’Occidente europeo pericoloso col suo incipiente secolarismo e ateismo per la religiosissima cultura africana. La presentazione del libro è programmata per venerdì 17 gennaio nell’Istituto Teologico Cappuccino di Addis Abeba, nel quale convergono per la formazione filosofica e teologica praticamente tutti gli istituti di formazione al presbiterato presenti nell’immensa capitale etiopica e nelle diocesi e vicariati apostolici confinanti. La presidenza toccherà a mons. Souraphiel Berhaneyesus. arcivescovo di Addis Abeba, mentre la conduzione del convegno sarà affidata al superiore dell’Istituto Missioni Consolata in Addis Abeba: è noto che tale istituto missionario fu fondato a Torino dal beato don Giuseppe Allamano, sacerdote di Castelnuovo Don Bosco, proprio per raccogliere il metodo e l’eredità del cardinal Massaja. Interverrà alla mattinata anche il vescovo di Emdibir, mons. Musiè Ghebreghiorgis, che molti astigiani ricorderanno nel suo intervento al convegno del 17 ottobre 2009 alla Provincia con la successiva veglia missionaria diocesana svoltasi a Piovà Massaja. A don Croce il compito di portare il saluto della diocesi e disegnare le radici e le risonanze astigiane del Massaja, mentre al dott. Forno toccherà la parte centrale della mattinata, inquadrata in due momenti di preghiera, con la presentazione del libro. Croce e Forno contano anche di recarsi a Debrè Libanos, dove sorgeva uno dei più grandi monasteri ortodossi dell’Abissinia, anche con intento penitenziale e riparatore, visto che lì è rimasta indimenticabile la terribile strage di 425 monaci voluta dal gen.Graziani in reazione a un attentato subito nel corso del 1936. Tra l’altro sarà loro occasione di celebrare l’Epifania etiopica, che viene massimamente solennizzata domenica 19 gennaio come Timkat, la terza festa per importanza popolare in Abissina (dopo la Pasqua e l’Esaltazione della Croce), che comprende liturgicamente anche la ricorrenza del Battesimo di Gesù al Giordano.