“Enigmi nel Ghetto” è il titolo della passeggiata notturna che, sabato 24 aprile, l’Associazione culturale Comunica e l’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea proporranno alla vigilia dell’anniversario della Liberazione.
Una data non casuale, fissata nell’ottobre scorso quando la camminata, organizzata nell’ambito della rassegna “I mesi del giallo”, registrò il tutto esaurito: per consentire ai partecipanti in lista d’attesa di partecipare, è stato fissato l’appuntamento straordinario del 24 aprile.
La passeggiata sarà  libera: il ritrovo, alle 21, è fissato davanti al Municipio di piazza San Secondo.
A Nicoletta Fasano, ricercatrice Israt, il compito di condurre la visita guidata. “Percorrendo via Aliberti e via Ottolenghi – anticipa la protagonista della serata – proveremo a recuperare quella quotidianità fatta di famiglie al lavoro, pettegolezzi, amori clandestini, riti religiosi, litigi, solidarietà, come se stessimo spiando da persiane semichiuse una storia di tanto tempo fa. Aneddoti, racconti, si dice… ci accompagneranno per la Contrada degli Israeliti. Un salto in piazza Catena, davanti al Seminario Vescovile, ci porterà ai drammatici giorni del dicembre 1943, agli arresti ed alla detenzione degli ebrei astigiani: la loro vita sarà segnata o dalla fuga o dal  viaggio verso Auschwitz. Qui proveremo a recuperare anche la memoria degli oltre 400 ebrei stranieri che nel totale silenzio sono stati internati nell’Astigiano: una storia dimenticata. Il ritorno in via Ottolenghi chiuderà la nostra visita al ghetto: la severità della Sinagoga ci riporterà alle responsabilità della deportazione e della scomparsa di migliaia di persone nella Shoah, ma ci inviterà anche ad essere custodi di una storia e di una memoria che non sono andate perdute: basta stare in silenzio e le case, i vicoli, le botteghe ricominceranno a sussurrare…”.
La camminata si snoderà, in particolare, lungo due misteri: la comunità ebrea astigiana ha una storia antica ed era molto radicata nel tessuto sociale cittadino: perché, allora, esistono pochissimi documenti che ne attestano la vita e la presenza? Nell’Astigiano, nel 1941, arrivarono oltre 400 ebrei stranieri, provenienti dalla Yugoslavia occupata dall’esercito italiano: perché questa comunità, costituita da uomini e donne che vissero in una trentina di paesi dell’Astigiano, non ha lasciato testimonianza di sé?