Il commento al Vangelo di domenica 13 luglio (Lc 10,25-37) a cura di Samantha Viana
La liturgia di oggi ci propone il Vangelo del Buon Samaritano, un brano ben conosciuto da tutti noi e pieno di grandi messaggi.
Mi piacerebbe soffermarmi su due aspetti che mi colpiscono. Il primo è la risposta di Gesù al dottore della legge su cosa fare per ereditare la vita eterna: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso”.
Questa è la grande chiamata della nostra vita, la chiamata ad essere santi e ereditare la vita eterna. Ed è bello come Gesù rende semplice ciò che per noi sembra impossibile. L’amore è sempre la risposta a tutte le domande, e rende possibile l’impossibile.
Il secondo aspetto è su fatto che possiamo vederci in quell’uomo che scendeva da Gerusalemme a Gerico e che cade nelle mani dei briganti.
Tante volte nella vita ci siamo trovati così, senza nulla, pieni di ferite spirituali, quasi senza vita. Ed è Gesù il nostro buon Samaritano, che ci vede, ha compassione, si fa vicino, fascia le nostre ferite e prende cura di noi.
E poi un unico invito, fare agli altri la stessa cosa che lui ha fatto con noi, amare perché siamo stati amati, dare gratuitamente ciò che gratuitamente abbiamo ricevuto.