Il commento al Vangelo di domenica 1° giugno (Lc 24,46-53) a cura di Federico Principe
Il brano di Luca ci racconta l’Ascensione di Gesù, un momento di passaggio fondamentale per i discepoli e per tutta la Chiesa. Gesù, prima di salire al cielo, affida ai suoi amici una missione: essere testimoni della sua morte e risurrezione e annunciare a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati. Non li lascia soli, però: promette lo Spirito Santo, la “potenza dall’alto” che li renderà capaci di portare avanti questa missione.
L’Ascensione non è un addio, ma un nuovo modo di presenza. Gesù sale al Padre, ma rimane vicino a noi attraverso il dono dello Spirito e la vita della comunità. I discepoli, che avrebbero potuto sentirsi smarriti, tornano invece a Gerusalemme pieni di gioia e lodano Dio: hanno compreso che la missione continua, che la storia non finisce con la partenza di Gesù. Anche noi oggi siamo chiamati a essere testimoni della speranza, a portare nel mondo la gioia del Vangelo, sostenuti dalla forza dello Spirito. L’Ascensione ci invita a guardare il cielo senza dimenticare la terra, a vivere con il cuore rivolto a Dio, ma con i piedi ben piantati nella realtà quotidiana, annunciando con la vita che Cristo è vivo e ci accompagna sempre.