Il commento alla Parola di domenica 3 novembre 2019 (XXXI Domenica del Tempo Ordinario) a cura di padre Gerardo Bouzada

Ci stiamo avvicinando alla fine dell’anno liturgico. Il perdono di Dio “non gioca catenaccio ma va sempre in attacco” o, come dice Papa Francesco, “primerea”. Entrambe le letture incoraggiano tutti noi, che siamo peccatori e che abbiamo tanto bisogno della misericordia di Dio, a confidare in Lui. “Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue, Signore amante della vita”, “Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore”. Dio non solo ci perdona, ma vuole entrare e mangiare nella nostra casa, nella nostra anima, come ha fatto con Zaccheo.

L’incontro di Cristo e Zaccheo

Vale la pena interpretare l’incontro di Gesù con Zaccheo con le chiavi di interpretazione che il Libro della Sapienza ci ha offerto. Ecco alcuni approcci.
La conversione di Zaccheo avviene nell’intimità di un incontro. Zaccheo – un uomo molto ricco e capo di pubblicani – voleva vedere Gesù, e Gesù, da parte sua, si autoinvita a sostare nella sua casa. Zaccheo, un famoso uomo di Gerico, non trovò facile vedere Gesù perché era basso, non gli importò rischiare il ridicolo arrampicandosi su un sicomoro, e né valsa la pena.
Come molti degli incontri di Gesù, anche questo era un incontro censurato dai “political correct” del suo tempo: quell’uomo era un peccatore e capo dei peccatori, un emarginato culturalmente. Il comportamento di Gesù, un po’ ‘provocatorio, ha provocato, come tante altre volte, mormorazione.
Zaccheo e Gesù, entrambi, sono amici della vita. La conversione di Zaccheo è il suo ritorno alla Vita perché quella che viveva non lo soddisfa e la rifiuta; Gesù, da parte sua, si autoinvita nella casa di Zaccheo perché è un amico della vita, perché “è venuto a cercare e salvare ciò che era perduto” e desidera che la salvezza, la Vita, arrivi a casa sua.

Il mio incontro con Cristo

Quanto abbiamo riflettuto ci pone una domanda: come dovremmo essere allora i discepoli e le comunità di Gesù? La Parola che abbiamo ascoltato e l’incontro di Zaccheo con Gesù ci invita:
Per primo, a essere persone e comunità “vitali” che vivono intensamente, che sono felici di vivere; e che – in tempi difficili – abbracciano la croce con coraggio come seme della vita; che hanno il coraggio di sognare e scegliere la novità del Regno, per la vita piena.
In secondo luogo, a cercare Gesù con l’audacia e la decisione di Zaccheo e iniziare con la pedagogia di Gesù, incontri di salvezza con coloro che sono ai margini della vita, senza tener conto né dell’ingannevole “cosa diranno” né delle meschine mormorazioni della gente, a cui manca il gusto della vita. Così furono gli incontri di Gesù con la peccatrice nella casa di Simone, con i lebbrosi delle strade, i peccatori, la samaritana, l’adultera…
Terzo, Gesù ci invita guardare con occhi buoni e riconoscenti la creazione di Dio, prendersi cura di essa e difenderla da ogni oltraggio. Per ultimo, come amanti della vita: ci invita a essere compassionevoli con i feriti che giacciono ai margini delle strade da Gerusalemme verso Gerico.
Esaminiamoci: Pongo dei limiti alla misericordia di Dio? Quando sono stato ingiusto nei confronti di qualcuno, prendo provvedimenti concreti per premiarlo? Sono un critico superficiale delle persone di Chiesa che si occupano dei ricchi e dei potenti? Sono misericordioso o intollerante e giudice degli altri?

LETTURE: Sap 11,22 – 12,2; Sal 144; 2 Ts 1,11 – 2,2; Lc 19, 1-10