Il commento alla Parola di domenica 12 maggio 2019 (IV Domenica di Risurrezione) a cura di padre Gerardo Bouzada.

Ascolta la mia voce… e la voce degli altri

In un mondo secolarizzato, in cui l’immagine è sopra la parola, la questione non è: chi sente la voce di Dio oggi? invece è: che voce oggi viene ascoltata dalla maggior parte dei nostri contemporanei? Ascoltare, come contemplare, ha a che fare con la serenità e con l’interiorità, con la vita profonda e intima del nostro essere autentico, con quei luoghi e quei momenti della nostra vita che sono capaci di commuoverci. Sant’Agostino ha sempre insistito sul fatto che la vera voce non è al di fuori di ciascuno, ma che si sofferma nel più intimo di noi, nell’autenticità di ciò che siamo. La sfida non è guardare fuori, ma camminare dentro di noi, senza cadere nell’egotismo. Se riesco ad ascoltare me stesso, posso essere in grado di ascoltare Dio, gli altri e il creato.
Siamo esseri creati da Dio per comunicare. La comunicazione è l’azione più radicalmente umana. Il non comunicare è disumano, genera tristezza, è fonte di violenza ed è alla base di tutte le guerre che l’umanità ha avuto fino ad oggi. La non comunicazione sfigura il mondo e i volti; è una fonte di ansia e disturbo. Quando non si comunica con gli altri, è come se la creazione cessasse di esistere. Tutti, ad un certo punto della nostra vita, abbiamo sperimentato lo stress generato dalla mancanza di comunicazione o dal non essere connessi. Quando abbiamo bisogno di cercare la solitudine non è per non comunicare, ma per sfuggire al rumore, per ripristinare la comunicazione perduta. Mi costruisco in comunicazione con gli altri.

Ascolta il battito dell’eternità

La vita intima di Dio è comunicazione permanente tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Dio si è comunicato come Figlio nella storia umana e continua a comunicarsi giorno dopo giorno con noi attraverso il suo Spirito. Dio non ha tenuto nulla per sé e, tramite la Sacra Scrittura, sappiamo che è attento alle grida del mondo.
Uno dei discepoli fu fortunato perché chinò la testa sul petto di Gesù e ascoltò il battito del suo cuore. Dio ha un cuore pulsante, un cuore vivente. Quando il popolo di Israele attraversò il deserto verso la terra della libertà offese profondamente Dio perché dubitava della sua compagnia e della sua presenza nel mezzo a loro. È nei momenti di angoscia e disperazione che anche noi possiamo dubitare che Dio cammini al nostro fianco. Dolore, rabbia, disperazione o tristezza possono mettere alla prova la nostra fede nel Dio della vita e della Risurrezione. È un atto di fede credere che Dio ci ascolta e accompagna perché il suo cuore, come sappiamo dalla testimonianza dell’apostolo che ha poggiato il capo sul petto di Gesù, ancora batte per noi e continuerà a farlo per tutta l’eternità.

Ascolta soprattutto Dio

Credo che non sia mai stato facile per un cristiano vivere con credibilità e coerenza la sequela di Cristo. Ma adesso viviamo, almeno in Occidente, in una cultura dove il cristianesimo si affievolisce sempre di più ogni giorno; lontani sono i tempi della cristianità. La secolarizzazione ci colloca in un altro scenario. L’esperienza della fede non è più un fatto sociale e culturale delle masse, ma sta diventando un fatto esistenziale e di comunità più piccole. I nostri templi si svuotano e si stanno chiudendo a poco a poco. La sfida è non cadere, come il popolo di Israele nel deserto, nello scoraggiamento, ma esplorare nuove strade, cercare nuovi percorsi. Dio continua a comunicare perché il suo cuore continua a battere.
L’esperienza dell’incontro con la voce di Dio è individuale, ma la salvezza offerta da Dio è universale. La persona e la comunità, l’individuo e l’intera umanità, si incrociano perché non possiamo vivere isolati o scollegati. Noi cristiani abbiamo come fondamento di ciò che siamo, la vita di Gesù, confessato come il Cristo, e un progetto da realizzare: costruire, lasciandoci ispirare dal suo Spirito il Regno di Dio. La voce di Gesù è la stessa del Padre, ‘Io e il Padre siamo una cosa sola‘ e si trova, soprattutto, nella parola proclamata nella Chiesa e nella Bibbia. Spero che oggi ascoltiamo la sua voce di risorto e non induriamo le nostre orecchie perse nel rumore del mondo.

LETTURE: At 13, 14. 43-52; Sal 99; Ap 7, 9. 14-17; Gv 10, 27-30