Continua ad Asti la terza rassegna “Le Sfide della Fede”, un cartellone di  spettacoli teatrali e musicali sulla tematica delle sfide della Fede e della cultura nel nostro tempo, promosso dall’Istituto Oblati Di San Giuseppe e il Progetto Culturale della Diocesi di Asti, con la direzione del Teatro degli Acerbi. I Camminatori di Domande continuano il loro viaggio. Un percorso attraverso a nuovi linguaggi, uno di questi il teatro, nelle sue varie forme e possibilità espressive.  “Sfide” tra scienza e Fede, tra l’uomo e Dio. Il teatro al di là del teatro, delle sue consuetudini e ripetizioni, si fa strumento di riflessione e condivisione in questo tempo. Venerdì 8 aprile alle 21, allo Spazio San Giovanni, Marco Baliani si confronterà con il Purgatorio “in terra” con una delle sue classiche performance: un misto di racconto e letture, prendendo spunto dalla parabola di Luca “Ama il prossimo tuo” per esplorare poi testi di Vittorini, Maaluf, Todorov e altri autori contempoanei. Marco Baliani è uno dei più originali esponenti del panorama teatrale italiano e fra i più noti rappresentanti del teatro di narrazione. Il suo è un teatro dove una sola persona riveste contemporaneamente il ruolo di regista, drammaturgo e attore, e dove il monologo diventa l’unico strumento di persuasione. Nota la sua capacità di emozionare, di arrivare al cuore, di creare teatro con la sola forza dell’affabulazione, vestito sempre allo stesso modo, di nero, con una sedia come massimo della scenografia. Commenta Marco Baliani: “A partire dalla parabola del buon samaritano tratta dal vangelo di Luca, voglio provare a riflettere su alcune parole che quella parabola porta con sé, come “compatire” o “amare”, ma sopratutto vorrei indagare la parola “prossimo” costruendovi intorno una sorta di caleidoscopio di altre storie, frammenti di altre narrazioni, letture, fiabe, miti, leggende, legate tra loro da digressioni, pensieri, resoconti di personali esperienze. Toccare il tema del prossimo vuol dire esplorare anche la nostra concezione di identità, il rapporto con “l’altro”, il diverso, lo straniero. Narrando storie, diceva Ernst Bloch, si può anche tentare una filosofia, far nascere un pensiero inaspettato, collegare o scoprire significati nascosti. Ogni racconto contiene misteri e consigli segreti, e l’arte del racconto sta tutta nel porgerli all’orecchio dell’ascoltatore senza mai segnalarli troppo, svelando via via un percorso, e un disegno, che deve stupire in primo luogo lo stesso raccontatore”. “Ama il prossimo tuo come te stesso” è uno spettacolo-riflessione che declina il comandamento anche nella forma “ama il prossimo tuo perché è te stesso”. È stato lo scrittore Hermann Hesse (Premio Nobel nel 1946), nella raccolta di scritti Il mio credo, a porre la questione, partendo dall’espressione brahminica: “Tat twam asi” (“Questo sei tu!”), con la quale il brahmino si rivolge alle persone che incontra, per dire che “nessuno può essere di danno ad alcun altro individuo senza danneggiare se stesso”. Il concetto di “prossimo” si declina anche nel concetto di «altro» che rimanda, come ricordava il critico George Steiner, al dettato secondo il quale «Je est un autre» (“Io è un altro”). Marco Baliani, partendo dal proprio percorso personale e attingendo alla propria sapienza teatrale, mette in scena un lavoro che definisce come “un rosario di racconti”. “Proverò – ci dice Baliani – a guardare dentro questa frase “Ama il prossimo tuo come te stesso”, estrapolando i tre termini: amore, prossimo, te stesso. Per costruire una sorta di caleidoscopio di altre storie, frammenti di altre narrazioni che parlano di questo problema e, tra una narrazione e l’altra, farò delle mie piccole digressioni di tipo riflessivo. La prima storia sarà la parabola del buon samaritano e poi ci saranno una storia orientale e una africana, proprio perché pensando al titolo della rassegna mi piaceva che ci fossero storie provenienti da parti diverse del mondo”. L’ingresso è gratuito. Per info: cell. 3392532921 – info@teatrodegliacerbi.it – www.teatrodegliacerbi.it