clemente elis aceto“Un filo sottile lega Asti alla vicina Casale Monferrato: con la prescrizione del caso amianto e il patteggiamento del caso ATC, per ragioni e gravità certamente differenti, le due città piemontesi si trovano a condividere la netta sensazione di aver subito una colossale ingiustizia con scarse, se non nulle, possibilità di porvi rimedio. Per quanto riguarda il caso astigiano, in particolare, i cittadini si interrogano sull’equa giustizia: vedono lentamente “morire” la convinzione di essere tutti uguali di fronte alla legge e sempre più insistentemente percepiscono differenze di giudizio e trattamento tra il “comune mortale” e il “colletto bianco” spesso impunito, specialmente se protetto da “Santi in Paradiso”. In tempi di crisi è possibile che ognuno di noi, prima o poi, si trovi in difficoltà. In questo senso non dev’essere certamente confortante veder progressivamente “mancare” la tutela e l’attenzione nei confronti delle fasce più deboli della cittadinanza: nei loro confronti, infatti, è stato possibile perpetrare reati subdoli e meschini, protratti nel tempo, con la complicità di controlli quantomeno inadeguati. Assistiamo inoltre impotenti all’inesorabile “spegnersi” della speranza di vivere in una società meritocratica, in cui ad essere designati a ricoprire le più alte e ben retribuite cariche istituzionali siano i più bravi e onesti. Si verifica inoltre, giorno dopo giorno, il pericoloso insinuarsi del dubbio che “non ci si guadagni” a comportarsi da bravi e onesti cittadini: lentamente “muore” così il senso civico e di appartenenza a un’unica comunità perchè tanto a pagare è sempre Pantalone. Fortunatamente il caso ATC, a differenza di quello di Casale, non contempla morti reali ma non per questo è da sottovalutare: dopo aver posto una “pietra tombale” sull’accertamento delle ulteriori possibili responsabilità, favorisce la ben più grave e triste “dipartita”, proprio nei cittadini, di tutta una serie di convinzioni e principi che potrebbero minare alla base il progresso e lo sviluppo civile e sereno della nostra città. Ciò che deve fare il Comune di Asti non può limitarsi al mero aspetto giuridico come avvenuto con la costituzione in parte civile: nonostante la recente concessione di patteggiamento, il Comune ha il dovere civico e morale di continuare a tenere alta l’attenzione sulla vicenda ATC, sicuramente per tentare di recuperare e far investire sul territorio il considerevole maltolto, ma ancor di più per contribuire a ripristinare il corretto rapporto tra cittadini e istituzioni che via, via va deteriorandosi. Per questo motivo invito il Sindaco, in maniera provocatoria, a proclamare una giornata di lutto cittadino in virtù della “morte” della normale sensazione di giustizia e garanzia che ogni cittadino astigiano dovrebbe, come suo diritto, percepire”.