ospedale“Come probabilmente non ancora tutti i cittadini sapranno, alcuni componenti della Giunta Comunale, anche ignorando le richieste e le rimostranze di un comitato di cittadini, stanno imponendo alla città un impianto di teleriscaldamento che, per una questione tecnico ambientale, non ha senso di esistere. Siamo ben consci che laddove c’è la necessità di raffreddare dell’acqua usata per produrre energia elettrica, se anziché disperdere l’energia termica da esso posseduta nell’ambiente, la si usa per riscaldare edifici ed acqua sanitaria, si fa una scelta intelligente sia dal punto di vista energetico che da quello ambientale. Questa si chiama cogenerazione e fa si che gli impianti di teleriscaldamento abbiano una logica quando il rapporto tra l’energia termica prodotta dal processo di produzione dell’energia elettrica (o da lavorazioni industriali) e quella necessaria al funzionamento dell’impianto di teleriscaldamento è di circa 1 a 1,2; in sostanza quando oltre l’80% dell’energia termica usata è “uno scarto di produzione”. La nostra non è quindi una bocciatura a priori di tutti gli impianti di teleriscaldamento, ma specificatamente di quello in progetto ad Asti, che non prevede questo, ma anzi presenta delle criticità che cercherò di esporre brevemente di seguito. Nel progetto di teleriscaldamento di Asti, l’acqua di raffreddamento dei due motori endotermici che serviranno a produrre energia elettrica, produrrà solo circa 6 MWt (Mwt = Mega Watt termici), degli 80 MWt totali della centrale. Quindi, secondo questi dati riportati sulla documentazione reperibile sul sito del Comune di Asti, questa parte rappresenta solo il 7,5% dell’energia termica necessaria. Un ulteriore 2,5% verrà prodotta con pompe di calore, mentre il restante 90% sarà prodotta da tre caldaie a tubi d’acqua calda e due caldaie a vapore, che hanno rendimenti inferiori (e quindi a pari energia termica resa consumi ed emissioni maggiori) a quelle a condensazione, tipologia di caldaie di ultima generazione, che in Piemonte da alcuni anni è ormai obbligatorio installare, sia negli impianti nuovi che in sostituzione di caldaie esistenti. Va da se che con l’ammodernamento fisiologico del parco caldaie, le emissioni prodotte dalla centrale di teleriscaldamento, che già oggi difficilmente sarebbero inferiori alle attuali, negli anni risulterebbero decisamente superiori, con la nota negativa di essere concentrare in una unica zona della città, quella dell’ospedale, a ridosso del quale verrebbero costruite le imponenti strutture della centrale. La Lega Nord è assolutamente contraria alla realizzazione di un simile impianto di teleriscaldamento e ritiene un atto gravissimo che una decisione di tale impatto e importanza per la città, sia stata presa con una delibera di giunta (la n° 518 del 19/11/2014) approvata da sole cinque persone, vale a dire dal Sindaco e da quattro Assessori (di cui uno nel frattempo dimessosi)… Chissà quale competenza in materia poi? Chiediamo pertanto al Sindaco Fabrizio Brignolo ed alla Giunta Comunale di rivedere la loro decisione e nell’ottica di una reale consistente diminuzioni delle emissioni dovute agli impianti di riscaldamento, di operarsi per far si che il Comune incentivi l’ammodernamento del parco caldaie e sopratutto gli interventi di coibentazione degli edifici”. Pierluigi Dezzani, componente del Direttivo Provinciale della Lega Nord Asti.