La Legge di Stabilità 2016, il cui testo arriverà in aula di Montecitorio martedì 15 dicembre, contiene misure di primaria importanza per il mondo rurale.
L’esenzione dell’Imu sui terreni agricoli e la soppressione dell’Irap per le imprese con reddito agrario, sono una boccata d’ossigeno per gli imprenditori. Il rovescio della medaglia della Legge sono, però, i pesanti tagli previsti dal Governo per l’assistenza fiscale, garantita da Caf patronati.
La Legge di Stabilità interviene – per il secondo anno consecutivo – sul fondo destinato ai patronati con un taglio ipotizzato di 28 milioni di euro (invece che 48 milioni come prevedeva la precedente stesura), che va a sommarsi ai 35 già attuati per un totale di 63 milioni di euro in due anni.
La “scure” governativa si abbatterà anche sui bilanci dei Caf, con in discussione un taglio di 40 milioni per il 2016 invece che di 100, come annunciato precedentemente.
Le prospettive restano tuttavia difficili per il patronato Enapae il Caf di Confagricoltura, che poco più di un anno fa hanno trasferito le proprie attività nella nuova sede di Asti, in via Monti 8, per ampliare l’offerta dei servizi in spazi più accoglienti: nuovi locali dedicati alla persona e alla famiglia con un crescente numero di utenti che si rivolgono con fiducia al personale.
“I tagli rischiano di compromettere la funzione sociale svolta dai nostri uffici e quelli di zona – spiegano Martina Pappalardo Roberto Bocchino, rispettivamenteresponsabile del patronato Enapa Asti  e vicedirettore e responsabile fiscale di Confagricoltura Asti– sembra che il Governo voglia spingerci alla chiusura. Grazie ai patronati l’Inps ha risparmiato circa 500 milioni di euro (per l’esattezza 564, secondo i dati contenuti nel Bilancio Sociale 2013 del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’Inps) e nel 2015 sono state 17.627.068 le dichiarazioni 730 pervenute attraverso Caf e intermediari (Fonte: Agenzia delle Entrate). La rimodulazione dei servizi per effetto dei tagli andrebbe a colpire i ceti più fragili: stranieri, anziani e disoccupati che senza la nostra consulenza – in vari casi assolutamente gratuita – sarebbero in gravi difficoltà ad affrontare materie così complesse ed esercitare diritti di cui spesso ignorano l’esistenza”.