Sebbene manchino ormai poche settimane al pagamento del saldo dell’Imu, previsto per il prossimo 17 dicembre, l’incertezza regna sovrana sull’ammontare che gli italiani dovranno versare. L’effetto sulle famiglie è un generale disorientamento: dall’indagine Censis-Confcommercio, realizzata a fine settembre, risulta che ben il 41,7% dei proprietari d’immobili non sa quanto dovrà pagare per il saldo Imu. Un dato che sale al 57,3% tra le famiglie a più basso reddito. La reintroduzione della tassa sulla casa si è accompagnata a una eccessiva “flessibilità” tecnica della normativa, determinata dall’incerta valutazione sui potenziali introiti per lo Stato, che si aggiunge alla variabilità delle aliquote applicate dai Comuni a livello locale. Così si fanno gravare sui contribuenti non solo gli oneri monetari, ma anche quelli derivanti dall’indeterminatezza dell’ammontare dovuto. In una fase di riduzione del reddito familiare, non poter programmare le spese può provocare effetti negativi sull’economia. Il restante 58,3% dei proprietari d’immobili ha espresso una previsione sulla spesa da sostenere (riferita al valore cumulato per tutti gli immobili posseduti). Di questi, il 46% ritiene di dover pagare un importo a saldo inferiore a 300 euro (e questa è la classe più numerosa), il 29,6% prevede un importo compreso tra 300 e 600 euro, il 9,4% tra 600 e 1.000 euro, il 5,1% prevede un pagamento superiore a 1.000 euro. La quota residua valuta di non dover pagare nulla a saldo. Da tali valutazioni si stima che il valore medio del saldo Imu, atteso dai contribuenti, si attesti sui 369 euro, con una variazione significativa rispetto alla media in base all’ampiezza dei comuni di residenza. Si passa da 497 euro per famiglia nelle grandi città (con oltre 250.000 abitanti) a 313 euro nei piccoli comuni (con meno di 10.000 abitanti). Dal punto di vista geografico, i più elevati pagamenti attesi sono nel Centro Italia, con 430 euro per famiglia proprietaria.