Unioncamere Piemonte ha realizzato il Rapporto sulla Geografia d’impresa 2014, naturale prosecuzione dell’Osservatorio sulla geografia d’impresa in Piemonte realizzato nel 2008 con l’obiettivo di analizzare lo sviluppo imprenditoriale regionale attraverso la lettura dei dati censuari dal 1971 al 2001. Oggi, grazie alla disponibilità dei dati del 9° Censimento Generale dell’Industria e dei Servizi 2011, è stato possibile analizzare, in questo nuovo rapporto, i cambiamenti intervenuti tra il 2001 e il 2011 nel tessuto imprenditoriale piemontese. Il Rapporto trova il proprio fulcro nella rappresentazione cartografica: si è scelto, infatti, di sintetizzare le molteplici informazioni derivanti dall’analisi dei dati censuari attraverso la costruzione di opportuni indici e di rappresentarli graficamente in modo da rendere l’informazione più snella, immediata e fruibile. “Quello tra imprese e territorio è un legame imprescindibile: il contesto economico locale è un fattore cruciale nei processi di crescita e di capacità strategica delle imprese – ha dichiarato Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere Piemonte -. Il Rapporto sulla Geografia d’impresa ci restituisce la fotografia di un Piemonte che, nonostante le difficoltà generate dalla crisi finanziaria internazionale, ha saputo resistere, confermando la sua vocazione industriale e reinventandosi anche in nuove attività legate ai servizi e alla valorizzazione turistica dele nostre eccellenze. Questo è stato possibile anche grazie alle politiche messe in atto dai diversi attori istituzionali, Camere di commercio in primis, mirate alla creazione di un contesto territoriale favorevole all’insediamento delle imprese e al loro sviluppo nel medio-lungo periodo”. Lo scenario economico di riferimento – L’evoluzione del sistema imprenditoriale piemontese tra il 2001 e il 2013 si colloca in un contesto generale che ha visto, sino al 2007, una crescita modesta della produzione di ricchezza regionale. A partire dal 2008, le difficoltà generate dalla crisi finanziaria internazionale hanno dato il via a un periodo di depressione economica, sfociato in un indebolimento del tessuto economico regionale, una progressiva erosione della base imprenditoriale e un generale peggioramento delle condizioni del mercato del lavoro locale. Nel periodo considerato, l’unico elemento di tenuta è rappresentato dalle esportazioni regionali, che, dopo il repentino crollo nei mesi a cavallo fra la seconda metà del 2008 e i primi trimestri del 2009, hanno successivamente recuperato, perlomeno in termini di valore esportato. L’evoluzione del sistema produttivo regionale nel decennio 2001-2011 – Il 9° Censimento Generale dell’Industria e dei Servizi rileva come nel 2011 il Piemonte è sede amministrativa di 336.338 imprese, il 7,6% del totale nazionale, in cui risultano occupati complessivamente 1.331.000 addetti, l’8,1% di quelli italiani. Considerando le unità locali delle imprese attive, sul territorio regionale se ne contano 366.976, il 7,7% del totale nazionale, per un numero di addetti pari a 1.354.444, l’8,2% del totale nazionale. Rispetto al Censimento del 2001 si registra un lieve incremento della numerosità delle localizzazioni (+2,8%), cui però si accompagna una contrazione dei relativi livelli occupazionali (-3,5%): si tratta, in entrambi i casi, di dinamiche peggiori rispetto a quelle registrate a livello complessivo nazionale, dove il numero delle unità locali è aumentato dell’8,5% e quello degli addetti è cresciuto del 4,5%. Tale andamento è scaturito da dinamiche settoriali fortemente differenziate: il consolidamento del processo di terziarizzazione del sistema produttivo ha determinato, nel decennio intercensuario, un notevole ridimensionamento delle attività industriali, che hanno registrato consistenti flessioni tanto del numero di unità locali (-20,0%), quanto degli addetti (-23,1%), a favore di un progressivo incremento delle attività dei servizi (le unità locali e gli addetti dei servizi alle imprese sono aumentati rispettivamente del 14,3% e 3,6%, il turismo ha registrato uno sviluppo del 27,5% delle localizzazioni e uno del 40,5% degli addetti). Ciononostante, la specializzazione del sistema industriale regionale continua a rivestire un ruolo di primo piano nell’economia locale. Anche nel 2011, infatti, le specializzazioni produttive più rilevanti del territorio sono rappresentate dalle produzioni manifatturiere su cui è incentrato da sempre il sistema economico regionale, vale a dire la fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi; le industrie tessili; la fabbricazione di altri mezzi di trasporto; l’industria delle bevande; la fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche; la fabbricazione di macchinari e apparecchiature; le altre industrie manifatturiere.