Cresce il numero dei giovani agricoltori under 30, con un + 12,8% registrato negli ultimi anni, in controtendenza al crollo medio dei diversi settori economici che si attesta al -12,8%.

E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti su dati Infocamere e Unioncamere relativi al periodo 2014-2023. In questo lasso temporale è stato registrato un aumento di oltre 4mila imprese under 30, a conferma dell’attrattività del settore agricolo nei confronti delle nuove generazioni.

Le imprese agricole giovani spiccano per estensione (18,3 ettari a fronte dei 10,7 della media nazionale) e, soprattutto, per il salto di qualità compiuto in termini di digitalizzazione, di innovazione, di professionalità e di maggiore propensione agli investimenti.

Le imprese giovani hanno rivoluzionato il mestiere dell’agricoltore impegnandosi soprattutto in attività multifunzionali, che vanno dalla trasformazione dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche alle attività ricreative, per estendersi all’agricoltura sociale, all’agri-benessere e alla cura del paesaggio, spesso, investendo anche nella produzione di energie rinnovabili” apprezza il Presidente Coldiretti Asti Monica Monticone.

La pandemia, poi, ha accelerato il fenomeno del ritorno alla campagna, facendo scattare la convinzione comune che l’agricoltura sia una rinnovata occasione/opportunità occupazionale, di crescita professionale e di benessere psico-fisico”, aggiunge Alessandro Caruso, delegato Giovani Impresa Coldiretti Asti.

Sostenere il ritorno dei giovani alla terra e intervenire sulla sburocratizzazione per favorirne l’insediamento ritengo siano sine qua non imprescindibili al futuro del comparto agricolo” conclude il Direttore Coldiretti Asti Diego Furia. “Parimenti, in tempi di crisi generalizzata con molte economie in sofferenza, le istituzioni devono credere e investire sui giovani agricoltori, sui loro potenziali e sulla loro visione di agricoltura sostenibile e green. Coldiretti ha intercettato e favorito questa nuova tendenza; sarebbe un danno imperdonabile se le istituzioni non facessero altrettanto, attuando politiche specificatamente destinate al loro sostegno. Infine, in tempi in cui imperversa la minaccia del cibo sintetico, l’Italia deve farsi porta bandiera, attraverso ai giovani, di un’economia sostenibile e di nuova frontiera calibrata nel rispetto dell’ambiente e della salvaguardia del pianeta. Abbiamo tutte le carte in regola per essere il primo modello/esempio a livello mondiale”.