L’edilizia soffre ancora.

Al 31 marzo 2018 si contano 830.557 imprese delle Costruzioni, di cui oltre la metà (59,7%) sono artigiane, pari a 495.857 imprese. Le Costruzioni rappresentano il 13,7% del totale imprese, quota che sale al 37,7% nel caso dell’artigianato. Gli addetti del settore sono 1.323.972 e oltre la metà (54,5%), pari a 721.422 addetti, lavorano in imprese artigiane.

 

A livello regionale, in Piemonte (al 31 marzo 2018) si contano 65.024 imprese di cui oltre la metà sono artigiane, pari a 49.320 imprese, con una flessione di -3,1% rispetto al primo trimestre 2017.

A livello provinciale, a Torino si contano  25.049 imprese artigiane, con una flessione di -3,4% rispetto all’anno precedente; Cuneo conta 7.344 imprese edili, con una flessione di -2,6 rispetto all’anno precedente; Alessandria ha 4531 imprese artigiane, con una flessione di -4,1 rispetto all’anno precedente; a Novara si contano 3.841 imprese artigiane con una flessione di -1,1% rispetto all’anno precedente; Asti ha 2.694 imprese artigiane con una flessione di -2,6% rispetto all’anno precedente; a Vercelli si contano 1.973 imprese artigiane con una flessione di -1,5% rispetto all’anno precedente e Verbano – Cusio- Ossola ha 1.742 imprese artigiane con una flessione di -2,1% rispetto all’anno precedente.

“L’emorragia che sta colpendo il Piemonte rispetto al numero delle imprese edili la dice lunga sulla crisi che sta attraversando il settore – commenta Luciano Gandolfo, Presidente edilizia Confartigianato Piemonte – Infatti si registrano flessioni più o meno importanti, in tutte le Province.”

“Le richieste delle imprese delle costruzioni per risanare il settore – sottolinea Gandolfo –  spaziano dall’accelerazione delle opere pubbliche alla semplificazione burocratica, vero macigno che blocca il Paese, da una politica fiscale a favore dello sviluppo e dell’ambiente, al rafforzamento delle attuali detrazioni fiscali per gli interventi di risparmio energetico e sismico, alla riduzione di costi troppo alti, adempimenti eccessivi e di tutti gli oneri non più sopportabili come il cuneo fiscale”.

“Occorre mettere le costruzioni al centro delle attività di crescita – conclude Gandolfo – per farle tornare a essere “vero motore del Paese”: la Politica a volte pare essere sorda e insensibile a queste nostre esigenze”. “Significherebbe – puntualizza il Presidente – far crescere il Pil di mezzo punto in più l’anno”.

Debole il trend della produzione, che è pari a 166,2 miliardi di euro ed è generata per tre quarti (73,1%) dal rinnovo del patrimonio immobiliare esistente e per il restante quarto (25,9%) da nuove costruzioni. Nei primi quattro mesi del 2018 la produzione delle Costruzioni – corretta per gli effetti di calendario – in Italia cresce dello 0,6%, dinamica inferiore al +4,1% della Spagna e al +3,5% della Germania e superiore rispetto al -0,8% della Francia.

Arrivano, invece, segnali incoraggianti per il mercato immobiliare piemontese.

In Piemonte, nel 2017 sono stati registrati 49.610 contratti di compravendita per immobili residenziali, con un incremento di 5,4% rispetto al 2016.

Con questi dati, il Piemonte si piazza al di sopra della media nazionale (+4,9%).

L’analisi dell’Osservatorio di Confartigianato Piemonte, osserva anche come nel 2017 Biella abbia registrato + 8,7%, Cuneo + 8,3%, Verbano Cusio Ossola +8,0%, Torino +4,3%, Asti +3,7%, e fanalino di coda Vercelli con -1,0%.

 

I dati, elaborati da uno studio di Confartigianato, per la maggior parte dei casi, segnalano tipologie di immobili usati, quindi da ristrutturare e valorizzare con interventi manutentivi specifici, o già ristrutturati, con una elevata classificazione energetica.

“Questi sono, in ogni caso, numeri positivi anche se non paragonabili a quelli pre-crisi – commenta Gandolfo – nel quale si registravano costanti crescite a due cifre. Dietro queste crescite, fatta eccezione per Vercelli, ci sono due fattori: i tassi favorevoli a cui vengono concessi oggi i mutui, e gli incentivi del Governo per le ristrutturazioni e il risparmio energetico che spingono a comprare l’usato e riqualificarlo. Ma per mantenere questi numeri è necessario un ulteriore sforzo per rendere maggiormente appetibile e valorizzare il patrimonio immobiliare piemontese”.