Niente variazioni per il 2012 nel regime fiscale delle società agricole che pagano le tasse in base al reddito catastale. È il tema di un emendamento alla Legge di Stabilità presentato dal parlamentare astigiano, Roberto Marmo. L’emendamento sposta al 31 dicembre 2013 l’entrata in vigore di una disposizione, contenuta nella Legge di Stabilità presentata dal Governo Monti, che prevede un regime di contabilità più gravoso per le società agricole. Ora la parola passa alla Commissione Bilancio e al Parlamento che dovranno votare l’emendamento. Spiega Marmo: «Il testo della mia proposta opera nel solco della segnalazione di Mario Guidi, presidente nazionale di Confagricoltura, che alcune settimana fa aveva sottolineato il disagio e gli intoppi economico amministrativi, anche gravi, che avrebbero subito le società agricole, non famigliari, a cui tout court la disposizione del Governo, con effetto retroattivo, chiede di dichiarare il reddito, non già, come fino ad oggi previsto, su base catastale, ma riferito al proprio bilancio. Un’eventualità che, come ha segnalato Guidi, porterebbe ripercussioni deleterie sul comparto rurale, richiedendo la rimodulazione gravosa di mutui e prestiti, rischiando anche di causare il default di aziende». Il deputato astigiano, che è anche presidente di una cooperativa vinicola, ha presentato perciò l’emendamento in cui chiede al Governo di spostare alla fine del 2013 l’entrata in vigore della disposizione. «Per ora – dice Marmo – un rinvio è l’unica cosa che si poteva pensare di proporre. Dato che, come ho indicato in una lettera inviata al presidente Guidi, allo stato ci sono solo i 76 milioni di euro necessari per cancellare la retroattività della norma. Tuttavia – aggiunge il parlamentare – sono fiducioso che, qualora lo slittamento del nuovo regime fiscale sia approvato dal Parlamento e inserito nella Legge di Stabilità del Governo, si abbia tutto il tempo per trovare, in sede istituzionale, alternative valide e più rispettose degli sforzi che le società agricole compiono ogni giorno per tenere vive e competitive le eccellenze agroalimentari italiane».