“Noi siamo per il rispetto dell’accordo interprofessionale e per la tutela del reddito agricolo. Solo così il comparto del moscato troverà quella stabilità che serve per resistere alle sfide, sempre più pressanti, del mercato”. È questa l’analisi di Francesco Giaquinta, direttore di Confagricoltura Asti che, insieme a Confagrimoscato, associazione di produttori, ha partecipato a pieno titolo alla prima riunione della commissione paritetica del Moscato convocata per il 10 giugno dalla Regione Piemonte e coordinata dall’assessore regionale all’Agricoltura, Claudio Sacchetto. È stata una riunione interlocutoria, come ci si attendeva. È servita, tuttavia, per fissare alcuni temi che saranno discussi nel prossimo incontro già fissato per il 10 luglio. Su tutti, come di consueto, quelli collegati a rese e prezzo ad ettaro delle uve moscato bianco destinate a diventare Asti e Moscato d’Asti docg. Intanto da Confagricoltura Asti e Confagrimoscato sono giunte indicazioni relative alle strategie che il settore moscato dovrebbe affrontare per contrastare una concorrenza mondiale sempre più agguerrita. “Ampliare gli impianti della tipologia Piemonte Moscato doc potrebbe essere la strada giusta per cogliere e sfruttare quei segnali che stanno arrivando da tutto il mondo” ha detto Giaquinta che ha ricordato come vitigno e vino Moscato, anche recentemente, siano oggetto di uno sfruttamento intensivo, da parte di produttori e investitori stranieri, soprattutto statunitensi. “Si tratta di opportunità – aggiunge il direttore di Confagricoltura Asti – che il Piemonte, con forti e antiche tradizione di coltivazione del moscato, non può lasciare ad altri. Naturalmente – avverte Giaquinta – salvaguardando le caratteristiche di Asti e Moscato d’Asti docg che sono e restano il fiore all’occhiello della nostra enologia, da valorizzare e promuovere al meglio”.