Le radici sono spuntate, la pianticella sta attecchendo: dopo quattro mesi di sperimentazione, viaggiare ad Asti con il metodo Jungo è diventato facile come prendere un autobus o il taxi. Con la differenza che si spende molto, molto meno e non si inquina per niente. Jungo è la struttura organizzativa che offre una risposta sicura ed agile ai problemi del traffico. Già collaudata a Trento e recentemente pubblicizzata in alcune città della Lombardia e dell’Emilia Romagna, si è innestata ad Asti con il nuovo Piano di mobilità locale. La regola di Jungo è: mettersi a bordo strada, cogliere l’attimo e pagare per occupare un sedile libero su un’auto qualsiasi di passaggio, nell’ambito di un sistema che offre garanzie di affidabilità e di tracciabilità sia al guidatore sia al suo ospite. Le differenze con il classico autostop sono due, e fondamentali.  Primo,  il passeggero versa al conducente 20 centesimi di “diritto fisso” più  altri 10 centesimi al chilometro. Secondo, si chiede l’imbarco a bordo strada mostrando la Jungo card munita di fototessera che viene rilasciata soltanto a chi non ha carichi penali per reati contro la persona e il patrimonio. Il guidatore, oltre ad incassare la somma, ha così la certezza di prendere a bordo una brava persona: una persona che non si è mai macchiata di furto, reati sessuali, percosse, ingiurie, minacce e simili. La garanzia è reciproca se anche il conducente mostra  la Jungo card. Se il conducente ne è sprovvisto, il passeggero prima di salire può lasciare una “traccia elettronica” del suo imbarco inviando per  Sms al numero 320.20.43.040 il numero di targa del veicolo su cui è salito. La sperimentazione di Jungo ad Asti è stata effettuata in corso Alessandria ed è iniziata in febbraio. Da allora in poi, cinque pionieri hanno effettuato 142 imbarchi prendendo rigorosamente nota ogni volta dei tempi d’attesa. Durante il primo mese hanno aspettato in media 36 minuti prima di trovare un passaggio. In marzo l’attesa è scesa a 23,3 minuti; in aprile a 16 ,6 e in maggio a 14,8: meno di un quarto d’ora, meno del tempo che tante volte si passa alla fermata dell’autobus o anche alla ricerca di un taxi. Nuovi monitoraggi sono attesi per il mese di luglio. Del resto, man mano che Jungo attecchisce i tempi di attesa si accorciano: lo dimostra il caso di Trento, la città che per prima ha adottato Jungo nel 2009, dove ora si trova un passaggio in media in  6,5 minuti. Ovviamente, il circolo virtuoso si auto-alimenta nella misura in cui gli automobilisti conoscono l’opportunità di imbarcare jungonauti in sicurezza e guadagnando: è ragionevole pensare che i tempi di attesa ad Asti scenderanno ancora. La tessera di Jungo –  il “certificato di buona condotta” da mostrare al guidatore – costa 15 euro all’anno, ma per i residenti e domiciliati ad Asti, grazie ad una convenzione con la Provincia, è gratuita; viene rilasciata dopo aver effettuato controlli al casellario giudiziario e dà diritto ad utilizzare l’Sms per il tracciamento dei passaggi. Jungo è un’associazione no profit con sede nazionale a Rimini. E’ nata dall’idea di un avvocato, Enrico Gorini, che ne è il presidente. La constatazione di partenza è ogni auto ha 4 o 5 posti, ma è occupata in media da appena 1,2 persone. Significa che, se solo si utilizzassero tutti i sedili disponibili, il 25% delle auto ora in circolazione sarebbe sufficiente a trasportare tutti. Anche il costo del trasporto diminuirebbe in modo corrispondente; l’inquinamento, poi, si ridurrebbe ancor di più. “Si parla tanto di diminuire l’inquinamento rendendo più efficienti i motori delle auto – osserva Gorini – Eppure il nostro modello è più facile e più efficace. Se miglioriamo del 10% le performance delle auto, le emissioni scenderanno appunto solo del 10%. Se invece ottimizziamo l’uso delle auto e riduciamo del 10% il numero di quelle in circolazione, le emissioni diminuiscono in misura maggiore, forse anche del 20%, perché il traffico diventa più fluido consentendo di risparmiare carburante”. “Jungo è un motore mangiatraffico a costo zero – prosegue Gorini – Crea le condizioni di un comportamento individualmente conveniente e collettivamente virtuoso. Ovviamente, più aumenta la gente che utilizza questo metodo di spostamento e più i tempi di attesa si riducono. Bastano poche centinaia di iscritti per innescare il circolo virtuoso, lo si è visto a Trento. Cosa avverrà quando gli iscritti ad Asti saranno 3.000?” Per maggiori informazioni clicca qui.