La Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato, che ricorre ogni 1° settembre, rappresenta un’occasione importante per celebrare la ricchezza della fede cristiana che si esprime anche nella salvaguardia della nostra Casa Comune.

Come seguaci di Cristo, condividiamo il ruolo di custodi della creazione di Dio ed il nostro benessere è legato al benessere della Madre Terra. Questa giornata è altresì un momento di rinnovamento dei nostri cuori e delle nostre menti, perché ricostruendo il nostro rapporto con la Madre Terra, ripristiniamo anche il nostro rapporto con Dio.

In questi mesi in cui il nostro mondo globalizzato è stato duramente colpito dalla pandemia di COVID-19, abbiamo preso coscienza della nostra comune natura umana e di quanto siano interconnesse le dimensioni politica, economica, sociale, spirituale e culturale. Ci siamo resi conto di quanto sistemi sociali ingiusti abbiano creato un terreno fertile per la diffusione delle malattie, di quanto siano fragili le nostre vite e di quanto fossimo vulnerabili già prima della diffusione di questo virus. Ma la pandemia in atto rappresenta per noi anche un’opportunità di far emergere una nuova forma di solidarietà, così da far fronte comune al fine di proteggere le nostre vite.

In tutto il mondo Caritas lavora assieme alle comunità locali per combattere la diffusione della pandemia. E mentre il virus si diffonde nel nostro mondo globalizzato, Caritas continua a diffondere quella che il Presidente di Caritas Internationalis, il Cardinal Luis Antonio Tagle, ha definito la “pandemia dell’amore e della solidarietà”.

In questa particolare Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, Caritas Internationalis vuole riflettere sui ruoli e responsabilità di tutti gli abitanti del pianeta nella costruzione di una società giusta ed equa che offra a ciascuno di noi la possibilità di vivere in dignità e in armonia con la Madre Terra. Come cristiani, il nostro rapporto con l’ambiente non può mai essere distinto dal nostro rapporto con gli altri e con Dio, e il COVID-19 deve essere per noi una chiamata al rispetto della nostra Casa Comune.

Come ci ha ricordato Papa Francesco durante la sua catechesi del 26 agosto, questa Casa è stata donata da Dio a tutto il genere umano e in quanto custodi del creato, siamo chiamati ad assicurare che i suoi frutti, siano effettivamente condivisi da tutti. Ma purtroppo la realtà che Caritas osserva ogni giorno, svolgendo il proprio lavoro al fianco delle comunità locali in tutto il mondo, è ben lontana da questo. Le comunità locali sono le prime vittime della mancata salvaguardia del Creato e per questo oggi ci chiedono azioni mirate e immediate, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza alimentare, l’accesso all’acqua e la tutela dell’ecosistema.

Caritas è convinta che lo sviluppo umano integrale possa essere promosso soltanto se:

– verrà protetta la vita e garantita la sostenibilità dei sistemi ecologici, economici, sociali e politici. È responsabilità di ciascuno di noi assumersi questo compito individualmente e collettivamente.

– verranno riconosciute le capacità uniche dell’essere umano in termini di conoscenza, volontà, libertà e responsabilità. Altrimenti non possiamo aspettarci che le persone si sentano responsabili del mondo in cui vivono. In pressoché tutti i Paesi, Caritas è impegnata a sensibilizzare le persone e sviluppare le loro capacità in tale ambito.

– la ripartenza post COVID-19 prenderà in considerazione nuovi modi di vivere, giusti e sostenibili, tenendo conto della stretta interconnessione tra il rispetto per la terra e il modo di vivere in ambito ecologico, economici, sociali e politici.

– tutti i decisori adotteranno e attuano politiche coraggiose per preservare l’ambiente.

In questo giorno particolare, Caritas Internationalis si unisce alla chiamata del Santo Padre a compiere passi coraggiosi per salvaguardare la nostra Casa Comune, a pregare e ad agire per costruire una comunità di solidarietà e di amore.