consuntivoUn’annata caratterizzata dal caldo torrido estivo e diversificata a seconda delle colture”. Questo il giudizio sintetico dato da Roberto Cabiale, presidente Coldiretti Asti che ieri, mercoledì 18 novembre, ha organizzato, a Palazzo Enofila, la diciottesima edizione del “Consuntivo dell’Annata Agraria”.

Bene per la vite, malissimo per i cereali, così-così per le nocciole, male per il miele, meglio per gli ortaggi. Questi alcuni giudizi espressi nel voluminoso dossier consegnato ai giornalisti con le analisi critiche comparto per comparto

Ma Coldiretti non si è limitata solo ad un giudizio oggettivo, formulato grazie ai dati sciorinati con dovizia dal vicedirettore e responsabile economico di Coldiretti Asti, Luigi Franco. Il presidente Cabiale e il direttore Antonio Ciotta, hanno espresso approfondite analisi di mercato e soprattutto strategie future da percorrere a favore del settore primario e incentrate sul progetto Coldiretti di “Una filiera agricola tutta italiana”.

Sono così stati individuati e fissati almeno quattro punti fermi importanti per pianificare le strategie di Coldiretti:

  • Un Piano di Sviluppo Rurale che vada incontro in via prioritaria alle esigenze delle aziende agricole e in subordine alle industrie serie, escludendo chi sfrutta il territorio anziché investire sul territorio (di questo se ne è parlato con l’assessore regionale all’Agricoltura, Giorgio Ferrero);

  • Un nuovo progetto di filiera, in collaborazione con l’industria alimentare Novi, sulla valorizzazione della corilicoltura e sulla collocazione delle nocciole di qualità (una stretta di mano fra il Presidente Cabiale e Stefano Grosso della Novi ha sancito l’avvio del progetto);

  • La fissazione a 2,5 euro al litro quale prezzo minimo del vino sfuso Barbera d’Asti per avvalorare la grande annata 2015 dal punto di vista qualitativo (domani, Palazzo Enofila ore 17, ci saranno approfondimenti con l’Anteprima della Barbera);

  • Un’alleanza con Cgil per rivedere le regole del lavoro che quest’anno hanno fatto strillare le cronache descrivendo, ingiustamente, una vendemmia negativa (soluzioni prospettate dal Direttore Ciotta e dal segretario provinciale CGIL, Giovanni Prezioso).

Sono poi state affrontate, senza timori, le problematiche attraversate dalla carne bovina messa sotto attacco ingiustificato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (che ha poi corretto certe accuse), e dalla cerealicoltura sotto assedio e in profonda crisi. Per entrambi i settori sono anche emerse alcune possibilità di ripresa, più immediate e facilmente praticabili per la zootecnia, ha detto il presidente degli allevatori dell’Astigiano, Franco Serra, a più lungo termine e irte di difficoltà per la cerealicoltura il cui mercato mondiale è totalmente in balia di sole cinque grandi multinazionali finanziarie.

A preoccupare i vertici Coldiretti anche l’andamento di mercato dell’Asti spumante, i dati delle vendite sono in caduta e il presidente dell’Associazione Moscato, Giovanni Satragno, ha denunciato la mala gestione delle scorte attuata dagli industriali in questi ultimi due anni.

Fra le statistiche più interessanti, segnaliamo come, per la prima volta nella sua storia, il settore agricolo della provincia di Asti, abbia registrato il superamento del numero dei lavoratori dipendenti, 5.522, a scapito delle imprese agricole ferme a 5479.

A trarre le conclusioni dell’incontro la presidente regionale Coldiretti, Delia Revelli, che ha sottolineato come Coldiretti sia ormai l’unica vera forza sociale che ha saputo anche attuare una progettualità a vantaggio delle imprese agricole e di tutti i consumatori.