Il Consiglio comunale ha approvato ieri sera l’istituzione della Consulta permanente sul gioco d’azzardo. La pratica è stata presentata dall’assessore ai Servizi sociali Piero Vercelli, che insieme ai consiglieri Clemente Elis Aceto, Riccardo Fassone ed Enrico Panirossi ha lavorato alla sua definizione. Tra gli obiettivi della Consulta, informare i cittadini sui rischi della dipendenza da gioco, promuovere un monitoraggio del fenomeno, studiare forme di incentivo per i gestori di esercizi che rinuncino all’installazione di slot machine e apparecchiature simili. Inoltre, saranno valutate misure che impediscano il gioco d’azzardo nelle immediate vicinanze di luoghi sensibili come scuole, ospedali e case di cura. Indicazioni in questo senso sono state stabilite anche dal disegno di legge approvato dalla Giunta regionale la scorsa primavera, che oltre a prevedere un piano per il recupero degli affetti da gioco d’azzardo patologico, indica in 500 metri la distanza entro cui è vietata il gioco con premi in denaro. «I dati del Monopoli dello Stato rivelano una situazione drammatica – spiegano i proponenti – ad Asti la spesa pro-capite in gioco (dai gratta e vinci alle slot machine) è di 900 euro, per un giro d’affari che sul territorio provinciale si aggira sui 190 milioni di euro annui (5 miliardi in Piemonte, 89 miliardi a livello nazionale). Non è vero che una città non possa fare nulla contro questo fenomeno, la consulta è un primo passo verso un regolamento per porre un freno al dilagare del gioco d’azzardo e alle sue conseguenze sociali.» Della Consulta faranno parte i consiglieri Clemente Elis Aceto e Riccardo Fassone, gli assessori Piero Vercelli e Marta Parodi, rappresentanti di Ascom, Confcommercio, Confesercenti e Unione Industriale, rappresentanti delle associazioni Arci, Acli, Uisp, Csi, Fitel, il dirigente del dipartimento Dipendenze dell’Asl AT, rappresentanti dell’associazione Libera e della Caritas diocesana, oltre a un rappresentante della Consulta studentesca.