Da ieri mattina è cambiato il panorama di via Pietro Micca ad Asti. In prossimità della confluenza con via Arò, in un terreno di proprietà del Comune, in quattro e quattr’otto (e per giunta, ancora in Fase Uno!), è stata eretta un’antenna per la telefonia mobile. Un ripetitore telefonico della compagnia Iliad. Un’antenna molto alta, nera. Un vero pugno in un occhio. Se l’impatto visivo è devastante, possiamo immaginare l’impatto ambientale.
Non si capisce se si tratta di un ripetitore per il 4G o il 5G. La cosa sicura è che è l’antenna è troppo vicino alle case, soprattutto al condominio di via Pietro Micca 5 e al complesso del Belvedere. I condòmini del Belvedere, che erano al corrente della costruzione dell’antenna, hanno protestato. Al balcone di un garage del primo piano dell’edificio B7è stato esposto uno striscione in cui si legge “Elettrosmog? No grazie! Tuteliamo la salute”. Ma non sono solo i condomini del Belvedere a essere preoccupati: l’amministratore del condominio di via Micca 5 ha già ricevuto diverse telefonate di lamentela. E anche chi risiede nei condomini di via Micca 6 e 8 e in quello che comprende i civici 12 e 14 è (comprensibilmente) molto preoccupato.
Ci si chiede come sia possibile che un’antenna di tale altezza (e portata) abbia potuto sorgere in pieno centro città, in un’area densamente popolata. A due passi da grandi condomìni, villette, vicinissimo all’Università (l’antenna sorge proprio davanti all’ingresso di una palestra utilizzata da Astiss), all’oratorio, alla sede del Comitato Palio Santa Maria Nuova, al Comando della Guardia di Finanza.
I condòmini del Belvedere, in una lettera destinata agli uffici preposti ai controlli tecnici delle antenne di radiofrequenza, hanno fatto anche presente che il complesso è già circondato da “numerosi ripetitori che emettono onde elettromagnetiche. Una struttura, con più ripetitori, è presente nel piazzale De André. Un’altra struttura si trova nel parco di Monte Rainero”. Scrivono ancora i residenti del Belvedere: “Sappiamo che essere circondati da queste fonti di emissioni di onde elettromagnetiche pregiudica la salute. Noi esprimiamo la nostra contrarietà alla messa in opera di tale installazione e chiediamo che venga tutelato il nostro diritto alla salute”. La nota si conclude sottolineando il fatto che gli abitanti non hanno goduto del “diritto all’informazione preventiva” e che l’antenna verrà “messa in opera in violazione delle norme di legge (decreto Gasparri 2002)”.
Non si capisce, poi, perché nella zona di via Pietro Micca debba essere installata un’antenna per la telefonia. La ricezione del segnale telefonico è ottima, non ci sono problemi di sorta. La zona è ben “coperta” dalla rete. E’ così necessario potenziare un segnale già potente? Cui prodest?
Il sindaco Maurizio Rasero ha replicato appellandosi a un provvedimento del Tar della Sicilia in cui i “giudici amministrativi hanno ricordato come le infrastrutture di reti pubbliche di comunicazione siano assimilate alle opere di urbanizzazione primaria e che gli impianti in questione e le opere accessorie occorrenti per la loro funzionalità rivestano carattere di pubblica utilità, ai sensi del Codice delle Comunicazioni Elettroniche, che, pertanto, ne prevede la possibilità di localizzazione in qualsiasi parte del territorio comunale, in quanto compatibili con tutte le destinazioni urbanistiche”.
Allora, secondo questo ragionamento, prima o poi potremmo vedere sorgere un’antenna anche in piazza San Secondo.
Antonella Laurenti