Un SOS per l’agricoltura Made in Piemonte: non c’è più tempo da perdere, serve un’altra velocità. E’ quello che hanno chiesto a gran voce alla Regione i 20 mila agricoltori che, da tutto il Piemonte, sono arrivati nel centro di Torino, tra piazza Vittorio Veneto, via Po e piazza Castello, per quella che è stata la più grande manifestazione mai organizzata, negli ultimi anni, proprio nel cuore della città. Quel cuore pulsante, tradizionalmente industriale, ma nel quale ora l’agricoltura riveste un ruolo fondamentale poiché 100 mila persone ogni giorno, con il loro lavoro nelle campagne e nelle zone montane, contribuiscono a rendere l’agroalimentare piemontese l’unico settore in crescita con il più 8% registrato nel 2018.

“Una richiesta fortemente sentita e contenuta già nel titolo della nostra manifestazione di oggi: il Piemonte deve muoversi con un’altra velocità”, affermano Marco Reggio e Diego Furia presidente e direttore di Coldiretti Asti che, con il leader dei giovani Danilo Merlo, hanno guidato la nutritissima delegazione proveniente dall’Astigiano. “I nostri agricoltori – sottolinea Furia – difendono la biodiversità di cui il Piemonte è ricco con ben 14 Dop, 9 Igp, 18 Docg, 42 Doc e oltre 40 Sigilli di Campagna Amica, presidiano territori altrimenti disabitati, riducendo il rischio del dissesto idrogeologico e gli effetti dei cambiamenti climatici, producono cibo sano, sicuro e rigorosamente controllato dalle strette normative che vigono nel nostro Paese, ma per continuare a fare tutto ciò, garantendo oltretutto occupazione ed economia territoriale, è necessario che la Regione si impegni concretamente. Per questo abbiamo voluto mettere al centro dell’attenzione l’agricoltura a 360 gradi”.

Sono infatti numerose le tematiche portate all’attenzione del governo regionale. Dalla problematica della fauna selvatica, dove in Piemonte negli ultimi 6 anni si sono registrati 7.000 incidenti con una media pari a circa 1.200 incidenti l’anno, ma con la tendenza ad aumentare, alla distribuzione delle risorse rimaste per il Psr 2014/2020 che deve dare priorità alle misure legate all’imprenditorialità giovanile visto che 1 giovane su 3 risulta escluso dai finanziamenti. Ci sono poi i tagli alla burocrazia inutile, la necessità di costringere le industrie di trasformazione e la grande distribuzione a retribuire in modo equo il lavoro degli agricoltori, i controlli sulle importazioni. Senza dimenticare la trasparenza lungo le filiere e in particolare per quella frutticola oggetto di attenzione il 28 giugno scorso, quando il presidente Cirio, durante l’evento “Frutta e legalità”, organizzato da Coldiretti Piemonte, si era impegnato a creare un osservatorio per controllare le storture che sottraggono valore al primario. “Ad esempio – rimarca Reggio – vorremmo portare il meglio del cibo Made in Piemonte nelle mense scolastiche ed ospedaliere, poiché nella nostra regione vengono erogati circa 105 milioni di pasti all’anno per oltre 400 milioni di fatturato annuale, occorre anche valorizzare meglio i nostri allevamenti eliminando obblighi anacronistici come quello del periodo prestabilito di demonticazione anche alla luce dei sempre più evidenti cambiamenti climatici e l’urgenza di predisporre misure per la salvaguardia dei territori che possano consentire una più corretta gestione delle acque e degli alvei dei fiumi, non solo durante l’emergenza degli alluvioni. Non dimentichiamo, certamente, tra le priorità che siamo ai blocchi di partenza per la stesura del nuovo Psr col quale possiamo scrivere davvero una nuova pagina per l’agricoltura piemontese e dare un futuro all’economia dei nostri territori. Tante proposte concrete a costo zero, attivabili fin da subito solo, però, con un assessorato che non dorma e che non vada nella direzione opposta”.